lunedì 12 dicembre 2011

Lo schiaffo del Nord


E' finita. Probabilmente è proprio finita. C'è chi parla di teatrino e gioco delle parti, chi di folklore leghista rinato con il Parlamento della Padania, eppure il sodalizio tra Bossi e Berlusconi è veramente al capolinea. Perché vi dico ciò? Perché ci sono cose su cui non si scherza, dei nervi scoperti che se vengono pizzicati scatenano labirinti senza ritorno. Bossi ha già tradito ed è stato perdonato, il Cavaliere ha guardato oltre; Bossi sventolava le manette durante tangentopoli, il Cavaliere ha guardato oltre. Ieri Maroni è risultato essere il primo firmatario dell'emendamento alla manovra per la raccolta di fondi dall'asta delle frequenze televisive. Berlusconi guarderà oltre? Le tv non si toccano.

Chi della politica guarda alla forma e non alla sostanza, si soffermerà sull'analisi delle "padan-buffonate" come la moneta padana, gli slogan "kaputt euro" e "Berlusconi sta con i comunisti", ma pensare che i leghisti siano soggetti a cui basta dare un elmo con le corna e un fiasco di vino per tenerli buoni è un errore madornale. In tutta la gazzarra, quello che i leghisti sanno fare benissimo è bastonare i calli. Anche quelli dei migliori amici. E qual è il callo di Berlusconi? Le sue aziende. Non è un caso che in tutti questi anni, l'unico colpo che è riuscito a fiaccarlo sia stata la sentenza sul lodo Mondadori con il maxi risarcimento a Cir. Detto ciò, la rottura non si consuma sulla prima pagina della Padania di oggi, bensì sul piano degli emendamenti alla manovra. Vi lascio con un interrogativo: Tremonti cederà alle sirene del vento del Nord?

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