mercoledì 29 luglio 2009

Evasione dall'eversione


Ci sono affari parlamentari che di giorno in giorno lasciano seriamente senza parole. Mah, forse è la necessità di ferie, il caldo opprimente dell'estate romana, chi può dirlo... Eppure leggo con sorpresa sui giornali di oggi che l'onorevole Fabrizio Cicchitto ha chiesto un'iniziativa parlamentare per l'operazione eversiva messa in atto da De Benedetti e dal suo gruppo editoriale nei confronti del governo con la campagna mediatica lanciata dalle dichiarazioni di Patrizia D'Addario. Che l'iniziativa editoriale dei paladini della giustizia di Repubblica, nonché della Mata Hari pugliese siano ai limiti della decenza intellettuale (come d'altra parte andare a puttane, sia chiaro), il capogruppo del Pdl rischia di segnare un autogol politico clamoroso con questa interrogazione parlamentare. Appellarsi al rispetto della privacy, alla violazione ripetuta del segreto istruttorio e l'abuso della notitia criminis sono tutti punti che non fanno una piega, ma puntare il dito contro il secondo quotidiano nazionale, per quanto possa stare sulle scatole, soprattutto in un clima teso e per lo più sempre all'ombra dell'anomalo conflitto di interesse può fare veramente male Berlusconi e alla sua coalizione. Trovo già ridicolo che questa storia di escort cmmuffate da 007 e viceversa perpetrui ancora, ma questo intervento credo che sia l'apice dell'assurdo, la ciliegina sulla torta. E' chiaro che i dipietristi, scatenati come mille Don Chisciotte, si scagleranno in sella a schiumanti Ronzinante brandendo la durlindana del bavaglio dell'oipinione pubblica, della dittatura e della violazione della libertà di stampa. Ma come dargli torto questa volta? Di fatto è questo che si vuole fare: far tacere Repubblica e il suo giornalista megafono D'Avanzo. Da che mondo è mondo ogni editore tira acqua al proprio mulino e finché ci sarà il sole sopra le nostre teste così avverrà. Perché fare tutto sto casino, offrendo la testa su un vassoio d'argento all'opposizione? Meglio lasciar la democrazia al suo corso e al suo gioco elettorale, no?
Ma soprattutto a noi giornalisti piace moltissimo spararle grosse, quindi lasciatecele dire in santa pace, saranno gli eventi a darci torto o ragione.

giovedì 16 luglio 2009

Giù la maschera Tonino!


Mentre lo sceriffo molisano si erge a baluardo del garantismo nazionale, a Venafro & Co. qualcosa sembra non funzionare a dovere. Filippo Facci, con la sua solita verve irriverente, lo ha pizzicato sulle colonne de il Giornale. Con questa segnalazione, il Pennivendolo vi saluta perché parte per il mare. A presto
Ecco il link
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=366843

mercoledì 15 luglio 2009

Cervelli in fuga


Grazie a una collaborazione instaurata con il web-magazine italoafricano assaman.info, il Pennivendolo si è cimentato con le storie di italiani che hanno preferito la carriera all'estero piuttosto che rimanere nel Belpaese. Si tratta di un argomento spinoso dalle mille sfaccettature che può andare a parare su diversi aspetti della vita sociale, politica e scolastica dell'Italia. Quanto si racconta non è privo di giudizi, spesso pungenti e irriverenti verso la nostra società: questo non vuole essere assolutamente un punto di arrivo bensì di partenza per aprire un tavolo di discussione sull'argomento.
Urge un'altra considerazione di cui vorrei fare volentieri a meno, ma dalla quale non mi posso assolutamente astenere. Assaman.info è un progetto coraggioso e mosso da nobili principi che però non rispecchia, sotto svariati punti di vista, la concezione che il Pennivendolo ha di alcuni punti fondamentali della legislazione in materia di immigrazione. Colleghi in gamba hanno espresso il loro parere su determinati punti, pareri dai quali sento di dovermi allontanare. Non è una polemica, ma la garanzia che a voi lettori, prima di altro, prometto di essere coerente trapsarente e onesto.
Ecco i link delle storie, buona lettura
http://www.assaman.info/italia/attualita/120-thelma-va-in-america-per-fuggire-la-piovra-degli-atenei.html

http://www.assaman.info/italia/attualita/119-via-dallitalia-verso-mamma-africa.html

giovedì 9 luglio 2009

Tanto lo fanno anche allo stadio...

Ed eccoci di nuovo. E' più forte di loro non ci possono fare niente. Siamo rimasti in pochi, su questo non ci piove, a professare ancora il bel gioco della lotta politica. La sfida, il duello signorile, non certo un affaire da mammole, ma nemmeno da rissa da saloon. Invece eccoci qua ancora una volta dover prendere posizione davanti a tricolori millantati per carta igienica, inno nazionale salutato con il dito medio e adesso anche i cori tipici delle peggiori osterie del profondo nord. Non si tratta di gossip stavolta, nemmeno di violazione del privato. Qui si tratta di rispetto e buona educazione, di amor di patria e fedeltà ai valori della Repubblica. Valori cui i deputati italiai dovrebbero essere devoti e invece così non sembra. E fidatevi che a dirlo è un bergamsco doc, lombardo fiero della propria terra e del proprio dialetto.

Ma a farci infuriare non è solo la pagliacciata in salsa leghista dell'onorevole Salvini, è piu che altro la presunzione di innocenza e la becera giustificazione calcistica che il rappresentante della Lega milanese pensa di poter anteporre davanti alla sonora figura di merda che ha fatto. Già, sarebbe molto più apprezzabile un non sincero "mi scuso" invece che la follia innocentista rilasciata in un'intervista a il Giornale di ieri (segue il link). Non so dove si voglia andare a parare ma se da una parte ci si annichilisce con il gossip, dall'altra dobbiamo assistere a queste infauste e ingloriose manifestazioni da sbronza delirante. Adesso Salvini dice che se andrà in Europa. Magari lì nessuno capirà e potrà così cantare a squarcia gola contro gli amici terroni. Conosco molti leghisti, alcuni dei quali ricoporno pure cariche di notevole importanza politico amministrativa, e posso garantire che, nonostante il folklore verde, sono prima di tutto professionisti seri e rispettosi. Qui si è grattato il fondo del barile e non c'è ampolla con l'acqua del Po che tenga. Buon viaggio onorevole, speriamo che a Strasburgo non conoscano il dialetto lombardo almeno potrà cantare liberamente de daghéla al negher, al terun, all'albanes e al maruchìn... Dimenticavo: dalle mie parti si dice "ma và a scuà 'l mar cicianèbia".

A seguire il commento della vicenda redatto da Filippo Facci e l'intervista pubblicata da il Giornale

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=364999

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=364810