mercoledì 14 dicembre 2011

La legge popolare anti-casta

Oggi si pone la fiducia sulla manovra. Un peccato vien da dire, si doveva fare alla svelta, ma alla fine l'ha spuntata ancora la politica. Ai grandi partiti Monti piace formalmente, ma indirettamente ha già rotto i cosiddetti. Il Pd deve fare i conti con la componente sindacale e con l'Idv che viaggia col piede di guerra, mentre il Pdl è ai ferri corti con la Lega. Per non parlare dello spettacolo impietoso andato in scena ieri al Senato. La luna di miele tra Monti e i partiti è finita.

Ma oggi è anche il giorno dei primi tagli ai parlamentari. Per gli eletti sparisce finalmente il vitalizio, ovvero quell'istituto che sostituiva il sistema contributivo previdenziale pro rata. Di quel che non si parla è dei tempi per il taglio degli stipendi che dovrebbe essere al vaglio dei presidenti di Camera e Senato. Già perché per mettere le mani nelle tasche degli italiani, i nostri eletti sono più veloci del pistolero Lucky Luke, ma per la loro saccoccia un decreto non sarebbe adeguato, bisogna fare con calma.

Frugando sul web però ho trovato un sito molto interessante: “Nun te regghe più”. Oltre al fantastico riferimento alla canzone di Rino Gaetano (della quale il Pennivendolo si era già servito le scorse settimane), l'iniziativa consiste in un gruppo nato su facebook con l’obiettivo di arrivare alla promulgazione di una legge di iniziativa popolare che preveda una sostanziosa decurtazione delle indennità degli eletti nel nostro paese. La legge consta di un solo articolo:

"I parlamentari italiani eletti al senato della repubblica, alla camera
dei deputati, il presidente del consiglio, i ministri, i consiglieri e
gli assessori regionali, provinciali e comunali, i governatori delle
regioni, i presidenti delle province, i sindaci eletti dai cittadini, i
funzionari nominati nelle aziende a partecipazione pubblica, ed
equiparati non debbono percepire, a titolo di emolumenti, stipendi,
indennità, tenuto conto del costo della vita e del potere reale di
acquisto nell'unione europea, più della media aritmetica europea degli
eletti negli altri paesi dell'unione per incarichi equivalenti".

Per poter far partire una proposta di legge popolare occorre raccogliere delle firme: clicca qui per andare a vedere dove puoi trovare la modulistica. I più nichilisti innanzi a queste iniziative potrebbero storcere il naso e sottolineare come di fatti un ddl popolare, anche se dovesse arrivare alla Camera, semplicemente non verrebbe votato. Io dico no, potranno anche non votarlo ma è un segnale forte che resterebbe agli atti.

Giusto per spolverarvi la memoria, a seguire il video di quanto accaduto ieri al Senato mentre il premier Monti rendeva conto al Parlamento sugli atti della Commissione europea della scorsa settimana.


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