mercoledì 24 giugno 2009

La bastonata dopo la scelta. Coraggio a chi ci mette la faccia


Bavaglio e divieto di scelta di una linea editoriale. E' subito una questione di berlina pubblica: basta sganciarsi dal pensiero benpensante per un attimo ed ecco che da autorevoli giornalisti si finisce nel tritacarne della spazzatura informativa. Augusto Minzolini è stato coraggioso. E' o non è il direttore del primo Tg nazionale? E' o non è il direttore di una testata giornalistica statale? La risposta è sì. Direttore, colui che dirige e sceglie la linea editoriale. Servo del potere? Perché no, in fondo non dimentichiamoci quel simpatico balletto che si chiama lottizzazione Rai, ma di fatto un direttore deve essere libero di dire quello che ha detto Minzolini, libero per una volta di dividere il gossip dall'informazione politica, scindere il pettegolezzo dal servizio pubblico. Qui non si tratta di inchiodare Berlusconi con la testimonianza di una squillo di lusso, per quello stanno già lavorando alacremente i magistrati baresi, qui si tratta per una buona volta di fare marcia indietro per ricercare quella dignità che la professione giornalistica sta perdendo dietro all'ennesimo bel fondoschiena che ha varcato il portone di Palazzo Grazioli. Il Tg1 ha scelto di dedicare maggiore spazio alla questione iraniana rendendo grazie al bel lavoro svolto da Tiziana Ferrario da Teheran, piuttosto che entrare in merito all'ennesimo scandalo gossipparo legato al Premier. E non si tratta di malafede. Altrimenti Minzolini non ci avrebbe messo la faccia. Io non ci trovo nulla di male, tanto per soddisfare la sete di scandalo pepato ci sono già le pagine di illustri quotidiani italiani.
Resta un elemento a lasciarci però ancora un poco nel dubbio. L'articolo 6, comma 2, del regolamento deontologico giornalistico afferma che "La sfera privata delle persone note o che esercitano funzioni pubbliche deve essere rispettata se le notizie o i dati non hanno alcun rilievo sul loro ruolo o sulla loro vita pubblica". Letto così c'è poco da fare: al momento non c'è un capo d'accusa per Berlusconi e, che se ne voglia, queste non sono certo informazioni che minano la governabilità (fino a un coinvolgimento diretto da parte della procura), ergo la scelta di Minzolini rientra nei binari deontologici. Resta però leggittima la posizione di coloro che invece ritengono indispensabili e fondamentali questo genere di informazioni. Posizione sacrosanta da cui mi dissocio (sintono che ancora una volta la deontologia la si può leggere anche al contrario, al buio e sott'acqua che tanto...).
A questo punto è un altro il tema che andrei a sondare. Un punto che, a mio modesto parere, dovrebbe essere la vera materia d'indagine e di critica dei giornalisti d'assalto che inchiostrano pagine su pagine con la questione barese. Se ricordate la vera contraddizione è che questo governo ha varato un ddl rivoluzionario che dal 1958 (Legge Merlin) per la prima volta riapre la discussione sul tema della prostituzione, e adesso il Premier firmatario dello stesso si ritrova nel mezzo di una bufera legata a squillo di lusso (ammesso che sia tutto vero e che i pm vadano a fondo nella questione). Il succo del ddl parla chiaro: prostituirsi continuerà a non essere reato ma sarà vietato farlo per strada. E chi trasgredisce, professioniste e clienti, potrà essere punito anche con l'arresto. Dove voglio arrivare? Se la brama di scavare in questi meandri turpi fatti di cosce al vento e seni al silicone è troppo forte per alcuni cronisti, questi abbiano almeno il buon gusto di trovare dei temi accattivanti che quantomeno possano sembrare argomento di approfondimento giornalistico e non l'ennesimo pettegolezzo della suocera. Io ve ne ho indicato uno, ma non apettate che vi dia altri spunti. Buon lavoro.

4 commenti:

  1. "Servo del potere? Perché no, in fondo non dimentichiamoci quel simpatico balletto che si chiama lottizzazione Rai"...a quando la lottizzazione mediaset???
    Mi dispiace Cremo ma mi sembra che stavolta, nel tuo ostinato tentativo di difendere l'indifendibile, tu ti sia spinto un po' troppo oltre...
    Stammi bene! a presto...
    Scheggio

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  2. LA LENTE DEFORMANTE DEL GIORNALISTA DELLA CURVA

    La lente deformante del giornalista della curva opera sempre in maniera impeccabile.
    Tutto si applaude dalla tribuna della tifoseria politica, anche una “linea editoriale” come quella scelta dal nuovo direttore del Tg1, Minzolini.
    All’inizio dell’inchiesta di Bari, il nuovo Tg1, al posto di riportare la vicenda, si è limitato a interrogarsi sul modo in cui D’alema si fosse procurato certe informazioni (grande dimostrazione di giornalismo).
    Nei giorni seguenti si è limitato a non nominare né l’inchiesta, né Berlusconi, parlando di Iran (giustamente), ma anche di Bikini e prova costume (argomenti che tornano puntuali ogni anno e che, sicuramente, sono fatti più rilevanti dei comportamenti tenuti dal nostro Premier).
    Il fatto che Berlusconi potesse essere coinvolto nello scandalo “escort” e/o in un’inchiesta più ampia è o non è una notizia? Secondo me si. E lo è anche secondo l’Unione Sindacale dei Giornalisti della Rai, che così ha tuonato nel celebre comunicato di giugno: "Le notizie non possono mai essere nascoste, soprattutto se si ha la responsabilita’ di rendere un servizio pubblico. L’Assemblea nazionale dei comitati di redazione della Rai ha chiesto alla Commissione Parlamentare di vigilanza un intervento dopo le ripetute omissioni di notizie sull’inchiesta di Bari. Sia l’organo di vigilanza parlamentare sul servizio pubblico radiotelevisivo a far comprendere compiti e ruolo a chi guida una testata Rai su fatti rilevanti per la vita del paese e, soprattutto, nei confronti dei cittadini che pagano il canone"
    Non si tratta di “soddisfare la sete di scandalo”, ma di informare.
    E non può bastare (ancor meno in Italia, un paese in cui compra il gionale il 10% della popolazione, e, di questi, il 5% legge i titoli) qualche pagina su qualche giornale, se nei principali telegiornali (5 su 6) la notizia non viene riportata o viene rappresentata come “gossip, pettegolezzo, strumentalizzazione, processo mediatico, semplici ipotesi e puro chiacchericcio”.
    Per quanto riguarda l’articolo 6, comma 2 (“La sfera privata delle persone note o che esercitano funzioni pubbliche deve essere rispettata se le notizie o i dati non hanno alcun rilievo sul loro ruolo o sulla loro vita pubblica”) a me sembra che gli eventi di quel periodo avessero eccome rilievo sul ruolo di Berlusconi!!
    Non dimentichiamo che, oltre alla “legge-slogan” sulla prostituzione (che tu hai indicato come unica vera contraddizione), questo governo si è proposto come difensore di valori tradizionali come la famiglia, con politiche che incidono sulla sfera personale di tutti i cittadini.. Il family day, e la difesa di questi valori, è innanzitutto una scelta politica intelligente per catturare quella fetta di elettorato che è sensibile a questi temi. Non credo che il comportamento tenuto dal Premier (e confermato da lui stesso:“ci sono tante belle figliuole e io non sono un santo”), leader di questo governo, sia conciliabile con certe posizioni.
    Inoltre, esiste un’altra fetta di cittadini che pretende diritti che gli vengono tuttora negati, proprio a causa dell’ostinata (e a questo punto ipocrita) difesa di quei valori tradizionali.
    Non si tratta solo di gossip.
    Il confine tra privato e pubblico è stato oltrepassato più volte.
    E il fatto che tu non lo capisca è piuttosto grave.

    Marcello Pertosa

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  3. http://www.youtube.com/watch?v=6Gr_-o6BH1k

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  4. difendere l'indifendibile... Mah... Avete letto? L'italiano è come la matematica, non è un'opinione. A me sembra che alla fine una stoccata all'esecutivo l'ho pure tirata. Vabbè, probabilmente non c'è proprio spazio per le voci fuori dal coro.

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