venerdì 15 maggio 2009

Dentro la storia dell'editoria


Un secolo e mezzo di storia dell’editoria italiana è entrata nelle aule dell’Università Cattolica grazie a Zanichelli e il Laboratorio di editoria del professor Roberto Cicala. A confrontarsi con gli studenti è stato Federico Enriques, amministratore delegato della celebre casa editrice bolognese che, proprio quest’anno, festeggia 150 anni dalla fondazione. Un incontro molto particolare che mette a confronto l’eccellenza dell’editoria nostrana con i futuri operatori del settore alle prese con la prima pubblicazione realizzata da loro, il volume Quo vadis libro?, l’ottavo fascicolo della collana di testi sull’editoria ideata da Laboratorio del professor Cicala. L’incontro, mediato dallo stesso Cicala, ha esplorato i segreti del successo di Zanichelli trasformando l’occasione in una lezione aperta con gli studenti. In concomitanza con l’evento in Cattolica, Enriques ha anche presentato il suo ultimo libro Castelli di Carte. Il volume non è la consueta storia dell'editoria libraria, bensì è un racconto scritto dall’interno della realtà editoriale, puntando l’attenzione, oltre che alle opere, soprattutto alle persone, alle tecniche, all’organizzazione, insomma a quanto succede dietro le quinte di una casa editrice. In mezzo a questa bufera di libri presentati, di editori, aspiranti scrittori e studenti è logico che sorga un interrogativo? Ma qual è il futuro del libro? Già perché un libro non è solo testo; un libro è anche paratesto, è frutto di un fine lavoro produttivo di squadra. C’è chi sostiene che il giorno in cui morirà il libro morirà anche la nostra civiltà, sarà poi vero? A queste domande ha provato a rispondere Federico Enriques.
“Leggendo i giornali si ha l’impressione di trovarsi di fronte a un’eruzione vesuviana che cancellerà la Pompei dell’editoria libraria, così il mio libro cerca di fermarsi al giorno prima che avvenga questa ipotetica fine – ha spiegato Enriques –. C’è una diatriba tra i sostenitori del libro elettronico e quello di carta, ma sull’argomento è facile dire sciocchezze, proprio perché è impossibile fare previsioni sul futuro sviluppo della tecnologia. Il libro è come un mezzo di trasporto: provate a chiedere a un costruttore del passato se mai avesse pensato lo sviluppo tecnologico odierno?”. La risposta è chiaramente no. Le voci sul destino dell’editoria sono varie e avariate, ma come ricorda Enriques “bisogna stare alle cose concrete. Inutile attaccarsi alla visione hegeliana della scrittura come passo della storia dell’umanità, ma nemmeno cedere a idealismi platonici come chi sostiene che il libro non morirà mai perché qualcuno sostiene di amare la sensazione della carta sulle dita. Dentro a un libro invece ci sono tante tecniche, più o meno raffinate, che servono sia al lettore ma che allo stesso tempo valorizzano la fruizione collettiva dello stesso”.
Nel corso della presentazione il professor Cicala ha sottolineato che la storia di Zanichelli si fonda sulla specificità dell’editoria scolastica e scientifica. Non a caso l’editore bolognese è stato il primo italiano a proporre la traduzione de Sull'origine delle specie per selezione naturale di Charles Darwin, piuttosto che de Sulla teoria speciale e generale della relatività di Albert Einstein. Questo è un punto molto importante, perché produrre un libro di narrativa, piuttosto che per i banchi di scuola, non è la stessa cosa. “Intanto ci sono delle differenze fisiche tra i due. Un libro scolastico non deve essere scelto tra gli scaffali di una libreria a differenza degli altri – spiega Enriques –. Inoltre i formati dei testi scolastici sono grandi, proprio per favorire una fruizione corale e la grafica è curata per guidare all’individuazione di un punto preciso del testo. E poi non bisogna dimenticare che questi libri sono il frutto di una lavoro di più autori, una vera e propria peculiarità”. Ma le differenze non sono tutte qua, con più ci si concentra, anche in rimando alle dinamiche di mercato, più ne emergono, svelando particolari sostanziali a cui normalmente non badiamo.
L’occasione di un ospite così prestigioso è stata colta dai ragazzi del Laboratorio di Editoria per presentare il loro ultimo lavoro, Quo vadis libro? Un volume che raccoglie circa 50 interviste a editori. Esiste davvero una crisi del libro? Di quali dimensioni? Di chi è la colpa? Quali le soluzioni? Sono queste le domande che gli studenti del Laboratorio di Editoria hanno posto a 50 editori italiani per fare luce su un settore che, come a ragione sostiene Cicala, “vive in una situazione di crisi cronica”.

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