mercoledì 5 ottobre 2011

"Vostro Onore non mi prenda per il naso!"



Lo dico fin da subito: non ho mai tollerato i processi mediatici sui grandi casi di cronaca. Da Cogne a Garlasco, da Avetrana a Brembate e via fino a Melania Rea passando per Perugia. Nein! E non sarà questa la sede per litigare su colpevoli o innocenti. Partendo dalla sentenza di assoluzione per il delitto di Merdith Kercher, questa volta però il processo bisognerebbe farlo al sistema della giustizia italiana, quello sì.

Lo ripeto, non si tratta di argomentare sulla colpevolezza o meno della Knox e di Sollecito, ma di appuntare quanto è successo per restare basiti. Due studenti ventenni si sono fatti quattro anni di carcere, sono stati condannati a pene durissime in primo grado e magicamente assolti in appello. Non è la mancanza di prove: secondo il giudice i due non hanno commesso il reato. I due ex fidanzatini sono innocenti, assolti in forma piena da qualsiasi responsabilità per la morte di Meredith Kercher. Dunque per la giustizia italiana Amanda e Raffaele non sono colpevoli, ma allora sorge una domanda più che lecita: con che metro è stata presa la decisione per la prima condanna a più di vent'anni? O viceversa, potrebbe essere assurda anche l'assoluzione dei giorni scorsi, chi ha sbagliato? Non nascondiamoci dietro a un dito: tra più di vent'anni di condanna e l'assoluzione in forma piena c'è un abisso!


Nel caso i due fossero veramente innocenti c'è da vergognarsi al pensiero di aver relegato due giovani dietro le sbarre per quattro anni distruggendogli l'esistenza. Ci sarà il risarcimento, almeno si spera (a carico dello Stato e quindi di noi cittadini ovviamente), ma dopo il polverone mediatico sollevato dalla vicenda a questi due ragazzi è stato negato il diritto alla normalità. Ma se fosse vero il contrario (perché ormai io non credo più a niente e nessuno) ? Con che faccia lo Stato italiano guarderà negli occhi mammaKercher e le dirà: "Signora, mi spiace, ma per l'omicidio di sua figlia abbiamo solo un ivoriano dietro le sbarre per i prossimi 16 anni perché ha scelto il rito abbreviato e di fatto non sappiamo bene com'è andata la vicenda. Gli altri due però li abbiamo scarcerati". Giustizia è fatta.

Sfogliando il manuale di deontologia professionale rammento che se un giornalista diffama la paga; se un ingegnere sbaglia i calcoli di una struttura e questa crolla, paga; se un medico dimentica le garze nel ventre di un paziente, qualche volta la paga e così anche il politico con le mazzette prima o poi si scotta. Ma i giudici?

Ecco cosa pensano della nostra giustizia all'estero. Un piccolo esempio dalle pagine dell'Indipendent.

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