tag:blogger.com,1999:blog-55262242101486188672024-03-05T04:30:58.080-08:00Il PennivendoloPunti di vista rotondi da un pianeta quadrato.Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.comBlogger78125tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-11095178708040196492011-12-18T06:54:00.000-08:002011-12-18T22:15:52.821-08:00La guerra è bella anche se fa male<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipCdGKLjNTDrU7yHReG1E6M1GJb7bIMIp4O40NU_UvIjWtEjs32oT6MDhxSoys4VVsObnbGzrVSmRAEAGXeEwgNkw99x0tI0w273l3R2bHNWEjBfBfw4Bx6bv3fA3M4pHDyvEk4XEuoNvv/s1600/0ed3a13e0a2fe3408038a75afa853515.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipCdGKLjNTDrU7yHReG1E6M1GJb7bIMIp4O40NU_UvIjWtEjs32oT6MDhxSoys4VVsObnbGzrVSmRAEAGXeEwgNkw99x0tI0w273l3R2bHNWEjBfBfw4Bx6bv3fA3M4pHDyvEk4XEuoNvv/s320/0ed3a13e0a2fe3408038a75afa853515.jpg" width="320" /></a></div>
La guerra in Iraq è finita. Quattromila soldati americani caduti sul campo e più di centomila civili morti. E' facile dire che una guerra finisce. Così come è ancor più facile dichiararne l'inizio. Il problema è quello che rimane. Rimangono le grandi bugie, le illusioni di un mondo migliore, l'opinione pubblica occidentale che si interroga nei salotti e si divide tra pacifisti e interventisti. La guerra è come la droga: il copione lo conosciamo, le conseguenze pure, tuttavia in preda a una dipendenza irresistibile torniamo a rivivere ogni volta lo stesso film.<br />
<br />
Sento dire - come un disco sbeccato - che "questa guerra ha diviso profondamente l'opinione pubblica americana". Ma pensa? Dai ? Perché il Vietnam no? La prima guerra del Golfo? La Somalia? La Seconda Guerra mondiale e ancor prima la Grande Guerra? Quasi nove anni fa un presidente dava l'ultimatum a Saddam Hussein per lasciare Bagdad e oggi un altro assolve le le proprie promesse elettorali portando tutti a casa, arrivederci e grazie, lasciando un paese disastrato e coperto di macerie. Chi è il peggiore? La verità è che una risposta non c'è, a differenza di quanto non ci si voglia far credere.<br />
<br />
L'ipocrisia che aleggia dietro la guerra la si respira guardando i servizi giornalisti che negli ultimi quarant'anni hanno raccontato le guerre in giro per il mondo. Cambiano i colori delle divise, della pelle della gente, dalla giungla si passa al deserto, ma in sostanza nulla cambia: un ventenne imberbe con indosso i panni del soldato che sogna la fidanzata lontana, i saccheggi, i bambini che piangono, le case bombardate, le brutalità sui prigionieri e l'epilogo del dittatore ammazzato... E' sempre la stessa musica, un disco rotto che ci perseguita ma ci ipnotizza, del quale non possiamo fare a meno.<br />
<br />
Il paradosso della guerra è che per quanto cambi nella forma, resta uguale nella sostanza, facendo si che tutte quelle migliaia di morti non servano ad altro che a riempire una pagina in più dei libri di storia per i licei. Tutto serve a rendere eccezionale quello che per il corso della storia è invece drammaticamente normale. Spiegate voi a un reduce che ha perso le gambe che la guerra è finita. Per lui è iniziata il giorno che lo hanno mutilato.<br />
<br />
Un giornalista racconta: "Ho visto cadere la statua di Saddam". "E chissenefrega" - risponde un collega più anziano - "Io ho visto i rumeni fare la pipì sulle immagini di Ceausescu". "Pivelli" - ne fa eco un altro ancora - "Voi non c'eravate a Piazzale Loreto". Provate a dirmi adesso che la storia non è un acne che si morde la coda? Ma anche io voglio fare della retorica. Posso dire che sono diventato uomo di pari passo con lo sviluppo di questa guerra. Oggi ne scrivo da giornalista professionista, ma quando questa è scoppiata ero un liceale dell'ultimo anno. Le opinioni dei miei coetanei sono state impregnate profondamente dalle macerie delle Twin Towers, dalle bombe di Nassiriya, dalla morte di Calipari e dal rapimento della Sgrena e via dicendo. Ma lo stesso non lo potrebbero dire i nostri genitori con quanto accadde in Vietnam o nell'ex blocco sovietico? E i nostri nonni con la Seconda Guerra Mondiale?<br />
<br />
Chiudiamo questo capitolo di lacrime, sangue e polvere. Mettiamoci comodi e attendiamo di assistere al prossimo.<br />
<br />
<object style="height: 390px; width: 640px;"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/J9NnPOklp3Q?version=3&feature=player_detailpage">
<param name="allowFullScreen" value="true">
<param name="allowScriptAccess" value="always">
<embed src="http://www.youtube.com/v/J9NnPOklp3Q?version=3&feature=player_detailpage" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" allowScriptAccess="always" width="640" height="360"></object>Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-80008889312227631512011-12-14T23:47:00.000-08:002011-12-15T00:25:53.475-08:00Pontifex, ovvero delirio di un cattolicesimo suicida<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBoFiAiJJBB3G6rksjxqSuBwpbko246_Z9W3cxSS69PcBOYBAbmov1vgVZ79hzLxG_zQTJOK-RX0xSdOOMvglZ86SzO_CCKAl0nVHhxuOO3Y_AduOAgZDx73DYfH5QmCwPKbkQdZs8JjYe/s1600/29-caravaggio_vocazione-matteo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="306" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBoFiAiJJBB3G6rksjxqSuBwpbko246_Z9W3cxSS69PcBOYBAbmov1vgVZ79hzLxG_zQTJOK-RX0xSdOOMvglZ86SzO_CCKAl0nVHhxuOO3Y_AduOAgZDx73DYfH5QmCwPKbkQdZs8JjYe/s320/29-caravaggio_vocazione-matteo.jpg" width="320" /></a></div>
<i>"Anche i ladri, come i gay, si congratulano delle loro prodezze"</i> Scilipoti dixit e ancor peggio rispose Monsignor Serafino Sprovieri, arcivescovo emerito di Benevento, uomo di Chiesa e rappresentante della pia carità cristiana: <i>"Scilipoti ha ragione. L' uomo se non vive nella luce e nella verità non va lontano. L'omosessualità, quando sconfina in atti o peggio ancora ostentazione, è sbagliatissima. Se i gay si accontentano e sorridono di questa condizione, bene per loro. Anche i camorristi, dopo aver commesso le loro cattive azioni, si autocelebrano e festeggiano. La condizione gay è negativa. Dovrebbero fare come Adamo nel Paradiso terrestre, provare vergogna. Quando Adamo viene scoperto nudo, si nasconde all'occhio di Dio. Sa che ha commesso il male e ne prova ripugnanza, stessa cosa che un gay dovrebbe fare. Ma la cultura relativista del tempo, ammette anche questo"</i>.<br />
<br />
Follia medievale? Carteggi della Sacra inquisizione? Macché, tutte notizie fresche fresche di una Chiesa avviata verso l'eutanasia. Da cattolico provo una certa sofferenza, ma soprattutto vergogna, leggendo le pagine online del portale <a href="http://www.pontifex.roma.it/">Pontifex</a> . Pagine che trasudano odio e intolleranza, ipocrisia retrograda che col messaggio d'amore di Cristo non hanno nulla a che fare. Un rigurgito di nostalgia di potere, in una società che ha eroso le fondamenta di quell'istituzione che per anni si è presa cura delle anime e delle cabine elettorali di mezzo mondo. Ma non ne faccio un discorso di politica, mi voglio spingere oltre. La critica più dura a questa manifestazione retrograda e violenta della fede cattolica viene dall'essenza stessa del cristianesimo, ovvero l'amore. Quando la religione diventa ideologia, allora si compromette con le umane devianze ed ecco che tutto crolla. Vedere Cristo ridotto a un surrogato di pensiero umano è triste e avvilente, perché la fine dell'ideologie è scritta nella storia. Il regime iraniano, i talebani afghani, il comunismo e via dicendo...<br />
<br />
Un figlio di un carpentiere mandato da Dio per stravolgere il destino dell'uomo. Un uomo semplice che ha lavato i piedi ai suoi discepoli e ha teso le sue mani a uomini corrotti, prostitute e lebbrosi. Quell'uomo messo in croce dai farisei, i detentori del sapere e della fede "giusta". Ecco chi mi ricorda le parole di Pontifex: l'immagine di coloro che hanno deciso di uccidere il figlio di Dio in nome della presunzione di detenzione del sapere. Il paradosso, che deve far sprofondare questi teocrati, consiste nel fatto che la loro rovina è lì scritta nello stesso vangelo di cui si ergono difensori supremi.<br />
<br />
Provo compassione per la cattiveria delle parole dell'articolo che andrete a leggere. Qui si vuol far credere che la morte di Francesco Pinna sia una punizione di Dio verso Jovanotti, il peccatore ateo... <br />
<br />
<br />
<i>A Trieste, mentre si montava una tribuna per il concerto di Jovanotti, un crollo improvviso è costato la vita ad un operaio e diversi feriti. Piangiamo una vittima senza colpa, preghiamo per lui e chiediamo sia fatta giustizia, indipendentemente dal nome o dal passato di chi sia responsabile per colpa. Davanti alle morti sul lavoro occorre massima fermezza, in quanto non è pensabile lasciare la vita e la famiglia per pochi soldi, mentre artisti e vip ingrassano. Detto questo, passiamo al resto. Ricorderete che una settimana fa, Fiorello si esibì con il suo penoso "salvalavita Beghelli", alludendo e facendosi apostolo del profilattico, dunque incoraggiando via etere il libertinaggio sessuale, quindi il peccato mortale? Bene, in quella circostanza, Fiorello ebbe come partner proprio Jovanotti, colui il quale avrebbe dovuto esibirsi a Trieste. Dio non manda certamente il male che non vuole. Dio non chiede sofferenze agli umani, ma si ribella e acconsente ...</i><br />
<em>... acché Satana ci metta alla prova.</em><br />
<em>Una specie di "catechismo del male", giusto percorso spirituale, che ogni uomo deve affrontare al fine di santificare la propria vita, mediante fortezza e virtù.</em><br />
<em>Una positiva conseguenza del crollo è stata la sospensione del concerto di questo menestrello del vietato vietare, del tutto è permesso, della vita sregolata e dell'incitamento ad ogni scompostezza esistenziale. </em><br />
<em>Da questo e solo da questo punto di vista, esiste una giustizia divina che si oppone alla volgarità ed al libertinaggio senza censura, anzi, avallato da nomi noti che, così facendo, si fanno portatori di voce del Maligno.</em><br />
<em>Su certi avvenimenti della storia e nella storia, occorre meditare e riflettere, senza fingere che non riguardi noi e le nostre condotte scellerate ed offensive.</em><br />
<em>Chi violenta il genere umano, chi istiga alle perversion<span style="text-decoration: underline;">i</span>, non piace a Dio, in quanto degno servitore del Suo nemico, dell'angelo perverso e corruttore che è "principe di questo mondo" e che va combattuto, non appoggiato. </em><br />
<em>Questa è fede, non è invenzione o superstizione, questo è scritto anche nel Catechismo delle scuole elementari.</em><br />
<em>Speriamo che il concetto lo capisca, piangendo una morte, anche Jovanotti.</em><br />
<em>Sappiamo bene che queste parole susciteranno le ire e gli insulti di uomini di poca fede o di siti di spam, ma di loro: "chissenefrega".</em><br />
<em><br /></em><br />
Lo chiedo col cuore: se qualche cattolico c'è ancora in giro lo prego di darmi un mano. Dimostriamo al mondo che in verità non siamo così...Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-27152885834423391402011-12-14T22:17:00.000-08:002011-12-14T23:01:01.403-08:00La legge popolare anti-casta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0zf3cXfyfnkhknu6LwXSiPPzcB7tH31uOutTjoX5-35HjWuI3HMmc2S4fFZIjapY0dwDxmE3b8IHZC_hKEE44U0wBa5ZC6uB_BLVmUXee7o37BrqDtkgcb-vZwnqwGbfLTEp6Dmh4mxlX/s1600/manifesto_img_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0zf3cXfyfnkhknu6LwXSiPPzcB7tH31uOutTjoX5-35HjWuI3HMmc2S4fFZIjapY0dwDxmE3b8IHZC_hKEE44U0wBa5ZC6uB_BLVmUXee7o37BrqDtkgcb-vZwnqwGbfLTEp6Dmh4mxlX/s320/manifesto_img_1.jpg" width="320" /></a></div>
Oggi si pone la fiducia sulla manovra. Un peccato vien da dire, si doveva fare alla svelta, ma alla fine l'ha spuntata ancora la politica. Ai grandi partiti Monti piace formalmente, ma indirettamente ha già rotto i cosiddetti. Il Pd deve fare i conti con la componente sindacale e con l'Idv che viaggia col piede di guerra, mentre il Pdl è ai ferri corti con la Lega. Per non parlare dello spettacolo impietoso andato in scena ieri al Senato. La luna di miele tra Monti e i partiti è finita. <br />
<br />
Ma oggi è anche il giorno dei primi tagli ai parlamentari. Per gli eletti sparisce finalmente il vitalizio, ovvero quell'istituto che sostituiva il sistema contributivo previdenziale pro rata. Di quel che non si parla è dei tempi per il taglio degli stipendi che dovrebbe essere al vaglio dei presidenti di Camera e Senato. Già perché per mettere le mani nelle tasche degli italiani, i nostri eletti sono più veloci del pistolero Lucky Luke, ma per la loro saccoccia un decreto non sarebbe adeguato, bisogna fare con calma. <br />
<br />
Frugando sul web però ho trovato un sito molto interessante: <a href="http://www.facebook.com/groups/nunteregghepiu/">“Nun te regghe più”</a>. Oltre al fantastico riferimento alla canzone di Rino Gaetano (della quale il Pennivendolo si era già servito le scorse settimane), l'iniziativa consiste in un gruppo nato su facebook con l’obiettivo di arrivare alla promulgazione di una legge di iniziativa popolare che preveda una sostanziosa decurtazione delle indennità degli eletti nel nostro paese. La legge consta di un solo articolo:<br />
<br />
<i>"I parlamentari italiani eletti al senato della repubblica, alla camera</i><br />
<i>dei deputati, il presidente del consiglio, i ministri, i consiglieri e</i><br />
<i>gli assessori regionali, provinciali e comunali, i governatori delle</i><br />
<i>regioni, i presidenti delle province, i sindaci eletti dai cittadini, i</i><br />
<i>funzionari nominati nelle aziende a partecipazione pubblica, ed</i><br />
<i>equiparati non debbono percepire, a titolo di emolumenti, stipendi,</i><br />
<i>indennità, tenuto conto del costo della vita e del potere reale di</i><br />
<i>acquisto nell'unione europea, più della media aritmetica europea degli</i><br />
<i>eletti negli altri paesi dell'unione per incarichi equivalenti".</i><br />
<br />
Per poter far partire una proposta di legge popolare occorre raccogliere delle firme:<a href="http://nunteregghepiu.altervista.org/comuni.htm"> clicca qui </a>per andare a vedere dove puoi trovare la modulistica. I più nichilisti innanzi a queste iniziative potrebbero storcere il naso e sottolineare come di fatti un ddl popolare, anche se dovesse arrivare alla Camera, semplicemente non verrebbe votato. Io dico no, potranno anche non votarlo ma è un segnale forte che resterebbe agli atti.<br />
<br />
Giusto per spolverarvi la memoria, a seguire il video di quanto accaduto ieri al Senato mentre il premier Monti rendeva conto al Parlamento sugli atti della Commissione europea della scorsa settimana.<br />
<br />
<br />
<object style="height: 390px; width: 640px;"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/1rdxXxlHlYY?version=3&feature=player_detailpage">
<param name="allowFullScreen" value="true">
<param name="allowScriptAccess" value="always">
<embed src="http://www.youtube.com/v/1rdxXxlHlYY?version=3&feature=player_detailpage" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" allowScriptAccess="always" width="640" height="360"></object>Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-69826364403568551022011-12-12T23:16:00.000-08:002011-12-12T23:49:56.632-08:00Lo schiaffo del Nord<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSgzPoFZ0qVnBwRQE1G62t7jkPYxWKM01A-wxPZVKP-RfHnSUa9OMJLc_eXwPchS87jcRWy60t7aFd9L1iA5RN88XsfVeJPGNP6sWl17AI8E5XuteXeMOm5FVJ7U7e8EZdV7AJeytqFKi9/s1600/ultima_edizione.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 216px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSgzPoFZ0qVnBwRQE1G62t7jkPYxWKM01A-wxPZVKP-RfHnSUa9OMJLc_eXwPchS87jcRWy60t7aFd9L1iA5RN88XsfVeJPGNP6sWl17AI8E5XuteXeMOm5FVJ7U7e8EZdV7AJeytqFKi9/s320/ultima_edizione.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5685517013372956450" /></a><br />E' finita. Probabilmente è proprio finita. C'è chi parla di teatrino e gioco delle parti, chi di folklore leghista rinato con il Parlamento della Padania, eppure il sodalizio tra Bossi e Berlusconi è veramente al capolinea. Perché vi dico ciò? Perché ci sono cose su cui non si scherza, dei nervi scoperti che se vengono pizzicati scatenano labirinti senza ritorno. Bossi ha già tradito ed è stato perdonato, il Cavaliere ha guardato oltre; Bossi sventolava le manette durante tangentopoli, il Cavaliere ha guardato oltre. Ieri Maroni è risultato essere il primo firmatario dell'emendamento alla manovra per la raccolta di fondi dall'asta delle frequenze televisive. Berlusconi guarderà oltre? Le tv non si toccano.<div><br /></div><div>Chi della politica guarda alla forma e non alla sostanza, si soffermerà sull'analisi delle "padan-buffonate" come la moneta padana, gli slogan "kaputt euro" e "Berlusconi sta con i comunisti", ma pensare che i leghisti siano soggetti a cui basta dare un elmo con le corna e un fiasco di vino per tenerli buoni è un errore madornale. In tutta la gazzarra, quello che i leghisti sanno fare benissimo è bastonare i calli. Anche quelli dei migliori amici. E qual è il callo di Berlusconi? Le sue aziende. Non è un caso che in tutti questi anni, l'unico colpo che è riuscito a fiaccarlo sia stata la sentenza sul lodo Mondadori con il maxi risarcimento a Cir. Detto ciò, la rottura non si consuma sulla prima pagina della Padania di oggi, bensì sul piano degli emendamenti alla manovra. Vi lascio con un interrogativo: Tremonti cederà alle sirene del vento del Nord?</div>Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-9673944388784249512011-12-08T01:05:00.000-08:002011-12-08T01:22:27.187-08:00Scrittura di frontiera, arare oltre i confini del dialogo<div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIPoZ7oLcQfMBOgGt2qT7OzjVjlvPkcrIRNANwav1pu0LPxYkBhYRjpC7ankBNOe8cilr0eKdMM9DxKB3NydVXucIsKhOheEuPiZYs6iHC3L2L7jsJDyQg969Q4ipPgyP3NvOl4gIPkwI2/s1600/ixus_5781.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="margin: 0px auto 10px; width: 320px; height: 320px; text-align: center; display: block; cursor: pointer;" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5683684716290618066" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIPoZ7oLcQfMBOgGt2qT7OzjVjlvPkcrIRNANwav1pu0LPxYkBhYRjpC7ankBNOe8cilr0eKdMM9DxKB3NydVXucIsKhOheEuPiZYs6iHC3L2L7jsJDyQg969Q4ipPgyP3NvOl4gIPkwI2/s320/ixus_5781.jpg" /></a><br /><div>Sistemando il mio archivio, mi sono imbattuto in questo scritto che risale al novembre del 2008. Era un articolo di analisi sul concetto di confine, visto con gli occhi di chi bazzica il mondo della letteratura. Ci sono notizie che non invecchiano e questa penso sia una di quelle. Buona lettura:</div><div> </div><div> </div><div><br /></div><div><br /></div><div>Un taglio netto nella terra, un solco che si perde alle spalle del vomere che incide il suolo. Non c’è immagine migliore dell’aratro al lavoro per individuare il concetto di confine, un’astrazione che, da che esiste l’uomo, assolve il compito difficile e innato della delimitazione dello spazio. Uno spazio che non è solo misurabile, tutt’altro. La metafisica frontiera del pensiero, così come le Colonne d’Ercole confine ultimo della φύσις (la “natura”) aristotelica e della curiositas del mondo antico. L’umanità è cresciuta di pari passo con l’impellente necessità di delimitare, porre una frontiera ultima di proprietà e quindi di misura della stessa. Ma in questo flusso dal divenire continuo, nulla è per sempre. Il limes traianeo dell’impero romano è caduto, la cortina di ferro comunista pure, così come il muro di Berlino, icona della subdola separazione dell’uomo in seno all’ideologia, si è sgretolata sotto i colpi di piccone sferrati dalle stesse persone che si augurava di separare per sempre.</div><div> </div><div><br /></div><div><br /></div><div>Ma il concetto di confine, accompagnato da quello di frontiera - differente nel particolare ma assai simile nel principio primo – può in qualche modo divenire metafora del luogo del dialogo per eccellenza? Se non in politica, dove sembra che la ragione ultima dell’idea di guerra si esaurisca proprio dentro alla questione di spartizione territoriale, sicuramente può esserlo in letteratura. Gerusalemme è stata luogo, più che simbolico, di rappresentazione di questa possibilità. In merito all’incontro Dialoghi italo-israeliani, Claudio Magris e Abraham Yehoshua davanti a una platea illustre, composta tra l’altro da Giorgio Napolitano e Shimon Peres, hanno disquisito delle proprie esperienza di uomini e scrittori posti davanti alla linea di confine. La cortina di filo spinato che, poco a est di Trieste, separava Magris dalla Jugoslavia di Tito e dal blocco stalinista, si è incontrata con la geografia a pelle di leopardo israeliana, sinonimo della travagliata esperienza di un popolo, quello ebraico, privo di confini e frontiere per eccellenza.</div><div> </div><div>Per Magris la componente mitteleuropea si traduce in una tensione continua alla ricerca di se stessi, di un uomo cresciuto «in una terra di nessuno tra due frontiere, che ha reso sempre difficile ai suoi scrittori definire un’identità». Come per l’autore de Il mio Carso, Scipio Slapater, anche per Magris «quest’incertezza, questa appartenenza plurima è succhiata nel sangue», segno del trauma che questi “confini” travagliati hanno lasciato nella coscienza letteraria di scrittori friulani, Italo Svevo compreso. La campana ebraica suona invece un’altra musica. Se per i triestini è proprio il confine il problema, per la cultura ebraica il dramma si consuma nella diaspora, ovvero la mancanza assoluta degli stessi confini. Una fortuna, verrebbe da dire a caldo, ma per il popolo errante dai tempi di Abramo, il sogno di una terra promessa, fine ultimo del sionismo di Theodor Herzl, ha trovato compimento con Israele. Secoli di spostamenti e di una cultura “take-away”, dal 1948 hanno una base territoriale in cui riconoscersi. Per Yehoshua è il sionismo che ha dato a un popolo il significato di frontiera, ma è altrettanto paradossale il corso della storia: «In fondo, è simbolico che questo popolo, abituato ad attraversare con facilità tutte le frontiere, con altrettanta facilità sia stato radunato in un non luogo come Auschwitz». Ebrei cosmopoliti quindi, intellettualmente fertili, ma a che prezzo? Olocausto a parte, le vicende dello Stato d’Israele parlano da sole.</div><div> </div><div><br /></div><div><br /></div><div>«Come sostiene Claudio Magris esiste da sempre un’identità di frontiera, così come esiste una letteratura di frontiera – spiega Predrag Matvejevič, scrittore e docente di Slavistica all’Università La Sapienza di Roma –; la speranza è che questa serva ad avvicinare e non ad allontanare». Nell’era dell’Europa unita e dell’affermazione dello Stato d’Israele, parlare di confini e frontiere potrebbe suonare anacronistico. Non è certo così. Concepire le frontiere solo come un ostacolo fisico è qualcosa di riduttivo se non ingenuo. Abbattute le dogane europee per gli stati dell’unione, dopo Maastricht, rimangono da saltare barriere ideologiche. «Affrontando le parole di frontiera e confine bisogna considerare che l’una è circoscritta alla concezione di spazio, l’altra intende una linea. Sono i confini che generano la maggior parte dei problemi, mentre la frontiera non è che una risultante di questa azione esercitata dal confine – spiega Matvejevič –. Le tipologie di confini e frontiere possono essere molteplici: statali, nazionali, politici, religiosi e soprattutto culturali. Sono questi quelli che generano maggiori preoccupazioni. Tacito aveva compreso appieno il problema e aveva individuato (nel suo trattato La Germania ndr) una frontiera ben precisa tra romani e germani e la definiva mutuo metu, una “mutua paura”. La stessa che noi, abitanti dell’Europa dell’est, abbiamo subito involontariamente sotto il dominio staliniano». Ma l’analisi dello scrittore croato si spinge oltre e inverte i ruoli. Se prima il terrore del diverso veniva indotto dalle dittature dell’est verso ovest, ora il problema è rovesciato. Gli scettici stanno ad occidente: «Dopo il crollo del muro di Berlino, molte barriere sono cadute – conclude Matvejevič –. È rimasto però qualcosa che divide l’Europa dall’altra Europa. Che cos’è? E qual è la sua alterità? Questo si riferisce a una frontiera di cui non siamo coscienti. Noi che veniamo dal regime sovietico vediamo un atteggiamento “euroscettico”. Anche verso la Polonia, che maggiormente si era opposta al blocco comunista. Dobbiamo prendere in viva considerazione questo fenomeno in vista dell’Europa di oggi e di domani, quella che esiste e quella che dovrebbe esistere».</div></div>Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-74694150190653710282011-12-01T08:12:00.000-08:002011-12-01T09:27:36.511-08:00Pensione a due stelle, risparmio di 6 miliardi<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizBZheFUVa_rzNZxFGOJS2naDS3LYFqa4atDCJR-wIrvbSdX5cRVZE-Nhgy9BBPolfFVs-npl0UsOntmFEN50giBS1GjmIwZoGUMfolgAWWzm1turutKvBRrkSD-8zErZ6Dy4fnlbWGXx8/s1600/pensioni-tasse.jpeg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 239px; height: 211px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizBZheFUVa_rzNZxFGOJS2naDS3LYFqa4atDCJR-wIrvbSdX5cRVZE-Nhgy9BBPolfFVs-npl0UsOntmFEN50giBS1GjmIwZoGUMfolgAWWzm1turutKvBRrkSD-8zErZ6Dy4fnlbWGXx8/s320/pensioni-tasse.jpeg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5681212759938458690" border="0" /></a><br /><br /><br />Parlare di pensione e pensare alla previdenza sociale è un gioco azzardato di questi tempi; nel nuovo dizionario della lingua italiana l'unico riferimento al lemma "pensione" è legato a quegli alberghetti dall'aria decadente che sorgono sui litorali delle patrie coste. Già perché chi come me è un under 30, in pensione non ci andrà mai.<br /><br />Piagnistei a parte, vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo alle pensioni degli italiani e ai vitalizi dei parlamentari con le riforme che sta varando il nuovo governo Monti. Partiamo dalle pensioni: il periodo contributivo sale da 40 a 43 anni, ovvero serviranno 3 anni in più per poter smettere di lavorare, l'età pensionabile delle donne si allineerà con lo standard europeo e infine ci sarà il ritocchino sulle aliquote dei lavoratori autonomi con un innalzamento di un paio di punti percentuali. Ma il bello deve ancora venire. A spaventare - secondo il modesto parere del Pennivendolo - non deve essere l'innalzamento della soglia contributiva o l'adeguamento delle donne ma il meccanismo di blocco della perequazione automatica all'inflazione.<br /><br />Ditero questa perifrasi si cela la vera stangata di Monti&co. Cosa significa perequazione all'inflazione? Il ministro Fornero ha pensato di bloccare la rivalutazione delle pensioni al costo della vita esteso a tutte le pensioni per contenere la spesa previdenziale per il 2012. Ad ora si parlerebbe di un risparmio di circa 6 miliardi di euro, ma a che prezzo? In due parole ecco cosa succede: lo Stato, per il 2012, se ne fregherà altamente dell'andamento del costo della vita, dei prezzi al consumo e dell'inflazione, lasciando così invariato l'importo dell'assegno a fine mese delle pensioni. Un esempio grossolano: se il prezzo del pane dovesse salire per corso inflattivo, la pensione resta sempre la stessa. Se prima con la pensione ti compravi una pagnotta da un chilo, oggi devi fartene andare bene mezza. Lasciando questo esempio nazional-popolare, il problema grande è il rischio della contrazione dei consumi. Ma la necessità dell'Italia non era la crescita?<br /><br />Veniamo ora ai vitalizi dei parlamentari. Oggi i nostri onorevoli sono tutti favorevoli, eh certo! Prova te ad andare in tv a dire il contrario... Da gennaio la casta inizierà a percepire la pensione basandosi su un sistema normale e non con quella schifezza del calcolo dell'assegno retributivo con contribuzione minima fissata all'8,67%. Ieri le ho sentite tutte. Paolo Cento di Sel (Nichi Vendola per intenderci...) che ha espresso il timore a Tgcom24 che: "i tagli non siano l'occasione per far si che la politica diventi una cosa per soli ricchi". E Fausto Bertinotti? Il compagno Bertinotti la settimana scorsa in diretta alla Zanzara su Radio24 commentava che l'abolizione dei vitalizi è giusta per i colleghi, ma per il suo portafoglio "è altrettanto giusto che mi si riconosca per quello che ho contribuito".Parole al vento perché il vitalizio a lui non lo toglie nessuno perché la legge non è retroattiva. Affermazioni che si commentano da sole. <div> </div><div>Resta una constatazione amara da fare: ritenere decisiva questa riforma delle pensioni parlamentari è da stolti. E' più che altro un segnale che viene dato ai cittadini vista ala stangata che si preannuncia proprio in campo previdenziale; sarebbe stato troppo impopolare imporre scarifici agli italiani senza toccare la casta.</div><br /><br /><br /><div><div><div><object style="width: 640px; height: 390px;"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/4pNSipVdEew?version=3&feature=player_detailpage"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowScriptAccess" value="always"><embed type="application/x-shockwave-flash" src="http://www.youtube.com/v/4pNSipVdEew?version=3&feature=player_detailpage" allowfullscreen="true" allowscriptaccess="always" height="360" width="640"></embed></object><br /></div></div></div>Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-18338352074748342282011-11-28T01:09:00.000-08:002011-11-28T01:46:17.254-08:00Dal D-Day al Btp-Day<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc1mG_2xo7LiAFL7cFHJnwqbXeBMVx0ypyH82iiHr-eBPbSx4dFrol28vs6cDbImim7XQRgAqUXlkeWlQE6CGudh_wSphSXoi_gld1tvfP8ePB3v5rVxcVN26zbl7ZkCYnyCyk7BTqfzcG/s1600/782px-Seconde-guerre-mondiale-debarquement-LCVP-6juin1944.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 320px; height: 246px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc1mG_2xo7LiAFL7cFHJnwqbXeBMVx0ypyH82iiHr-eBPbSx4dFrol28vs6cDbImim7XQRgAqUXlkeWlQE6CGudh_wSphSXoi_gld1tvfP8ePB3v5rVxcVN26zbl7ZkCYnyCyk7BTqfzcG/s320/782px-Seconde-guerre-mondiale-debarquement-LCVP-6juin1944.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5679980252135870050" border="0" /></a><br />Oggi parte l'operazione Btp-Day. Lo Stato ci chiede di mettere una mano sul cuore e aprire il portafoglio per comprare il nostro debito. "Meglio in mano nostra che nelle tasche altrui", ma ne siamo sicuri? E' curioso che la stessa classe di politicanti, baroni e banchieri che ha generato la voragine galattica del nostro debito, oggi chieda agli italiani di ricomprarselo in nome di un patrottismo che esiste solo quando gioca la nazionale di calcio. A me puzza di autarchia da due soldi, una mossa disperata che ricorda i dazi e le mutande di canapa del ventennio, perché in fondo il cotone "fatto in Italia non gratta". Mio nonno mi ha sempre raccontato il contrario. Più che un Btp-Day sembra il D-Day per salvare l'euro.<br /><br />Dato che non possiedo la bacchetta magica, una soluzione non la posso dare, ma tra le pagine di Libero in edicola oggi è apparso uno spazio a pagamento acquistato dai fondatori del blog <a href="http://ilpunto-borsainvestimenti.blogspot.com/">"Mercato Libero</a>" che reputo molto interessante. E' proprio lì che sono apparsi i motivi per cui diciamo no al Btp-Day. Magari avremo torto, ma le argomentazioni riportate sono degne della massima attenzione.<br /><br />Non mi dilungherò più del dovuto su tutti i punti tecnici che hanno toccato quelli di "<a href="http://ilpunto-borsainvestimenti.blogspot.com/">Mercato Libero"</a> ma uno lo sento particolarmente convincente. La ricchezza italiana è stata costruita negli anni da un apparato industriale di altissimo livello che ha generato un flusso virtuoso di consumi e risparmi custoditi nelle banche nazionali. Bene, tempo fa in nome di un non so quale liberismo, si è permessa la delocalizzazione selvaggia. Doveva essere un provvedimento per preservare la competività delle imprese ma si è tradotto in una progressiva perdita di posti di lavoro, impoverimento del Paese a scapito di quelli in via di sviluppo e quindi crollo dei consumi. All'Italia ora rimangono i risparmi dei suoi cittadini e il 60% del suo debito. L'idea di oggi è quindi quella di chiedere agli italiani di mangiarsi i risparmi di una vita per acquistare il debito, siamo sicuri che sia una mossa da volpi del deserto? Ricordo ai cervelloni del governo e della Bce che ci sono famiglie che per sopravvivere stanno già consumando i risparmi di una vita. Io fuggo in Svizzera.<br /><br />Ecco l'intervento del fondatore di "Mercato Libero" Paolo Barrai su La7 nella trasmissione "Piazza Pulita".<br /><object style="height: 390px; width: 640px;"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/xKOPtK8RbpY?version=3&feature=player_profilepage"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowScriptAccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/xKOPtK8RbpY?version=3&feature=player_profilepage" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" allowscriptaccess="always" height="360" width="640"></embed></object>Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-79937050115038828222011-11-17T03:15:00.000-08:002011-11-17T11:26:57.623-08:00Oltre i Monti dello spread<div><div><div><span style="font-size:100%;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTyJIQNHBm2VRgU2tnbF6lkD7PtloeseovvNGtasvVyqbvizfiIIOok8bcwruG7MW2W8rYCgB4YWDFneBXDun2Hd7jt_vZ4sN7kqXX4o1Dh_wq7qd_JoBn-bF8ZpkAUVCnMHj5a_vlEqPv/s1600/imagesCAGZZ145.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; width: 251px; height: 200px; text-align: center; display: block; cursor: pointer;" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5675922089285571346" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTyJIQNHBm2VRgU2tnbF6lkD7PtloeseovvNGtasvVyqbvizfiIIOok8bcwruG7MW2W8rYCgB4YWDFneBXDun2Hd7jt_vZ4sN7kqXX4o1Dh_wq7qd_JoBn-bF8ZpkAUVCnMHj5a_vlEqPv/s320/imagesCAGZZ145.jpg" border="0" /></a></span><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; line-height: normal; text-align: justify;" class="MsoNormal"><span style="font-size:100%;"><br /><br />Habemus Monti! Nel cirpame gossipparo del retroscena "politico" scatenato dopo la cermonia del giuramento del neonato governo, il Pennivendolo sta provando ad alzare lo sguardo oltre la linea dell'orizzonte. Tutti scrivono e parlano di questo nuovo esecutivo super tecnico, di questo "governo di secchioni" che ancora deve presentare un qualsiasi programma, perdendo però di mira l'oggetto della discussione: l'Europa. Nello scorso post ho puntato il dito contro il fallimento politico dell'eurozona e oggi - dati alla mano - avrei il piacere di mostrarvi cosa veramente sta succedendo all'interno del nostro continente.<br /><br />Partiamo dalla bestia nera che è la causa prima della dipartita di Berlusconi: il demonio dello spread. I più ottimisti speravano che nelle 12 ore seguenti la nomina di Monti i mercati avrebbero regaito positivamente, assecondando l'ebbrezza per la novità, ma così non è stato. Su questo punto resto fiducioso che l'esecutivo farà il suo corso e qualcosa cambierà, ma dicevo, proviamo ad alzare il tiro.<br /><br />A soffrire la tenaglia dei mercati non è stata solo l'Italia: due giorni fa le piazze continentali hanno chiuso tutte al ribasso. Solo per citarne due: Parigi -1,92% e Francoforte -0,8%. A ciò si deve aggiungere che dall'inizio dell'anno Wall Street ha annullato tutte le perdite, mentre i listini europei continuano a viaggiare complessivamente sotto lo zero. E adesso la bomba: dopo il disastro borsistico della piazza di Atene (che non è una notizia), sorprende che la medaglia d'argento dei peggiori spetti all'Austria ferma su un -35%. E pensare che c'è ben poco di più solido e virtuoso che l'econimia di Vienna. E che dire della Finlandia che nell'ultimo anno ha vissuto un'ingloriosa impennata del rischioPaese? Evidentemente il problema non siamo solo noi, cosa diavolo sta succedendo allora?<br /><br />I mercati non si fidano più dell'Europa. Se gli investitori bastonano anche l'Austria significa che l'eurozona dovrebbe guardarsi allo specchio e farsi un bell'esame di coscienza. Come scrivevo i giorni scorsi, ci troviamo di fronte a un'unione monetaria fine a se stessa che di fatto non possiede un'infrastruttura centralizzata più penetrante della Bce; un'unione dove i debiti dei singoli Stati servono a creare europei di classe A e di classe B , a sancire chi comanda e chi deve essere minacciato. Azzardiamola, ma così sembra che l'Eurozona assomigli molto a una corte di vassalli dell'asse franco-tedesco.<br /><br />La mancanza di fiducia dei mercati nei confronti dell'Europa è quindi da ricercare all'interno dell'Europa stessa. La Germania si difende a oltranza e impone una leadership e poco importa se dal prossimo anno il rischio stagnazione non è da escludere nemmeno per la corazzata teutonica. Altro esempio è la gestione della crisi greca, con l'esposizione scriteriata degli istituti di credito francesi e le decisioni tedesche hanno portato a ricapitalizzazioni borsistiche di miliardi di euro. Insomma, o si cambia, o che senso ha andare avanti così? Io non mastico economia, ma qualcuno deve dirci dove si vuole arrivare.<br /><br />C'è un altro dato che vi voglio sottoporre. Si dice che il vulnus primario italiano sia il debito e che lo spread cresca per la sua tendenza all'insolvenza. Prendiamo però il caso americano (con le dovute considerazioni). Partendo dal fatto che la potenza produttiva degli Usa sia ben altra cosa rispetto al Belpaese, resta di fatto che gli States, a fronte di un debito pari al 100% del Pil (dato peggiore della media europea), abbiano piazzato lungo il 2011 ben più T-Bonds rispetto ai Bund tedeschi. Nonostante tutto quindi i mercati si fidano degli Usa, soprattutto gli speculatori cinesi. In tutto ciò mi stavo dimenticando che ben presto i francesi perderanno al tripla A di rating, altro punto da non sottovalutare.<br /><br />E ora veniamo all'indicibile. A un certo punto qualcuno potrebbe iniziare a parlare di fuoriuscita dall'euro. Diciamolo sottovoce perché la cosa sembra essere un tabù della peggiore pornografia economica, eppure non è da escludere. Per l'Italia sarebbe una stangata di proporzioni bibliche, ma per gli Stati scandinavi, piuttosto che per l'Austria e la Germania? Di fatto un'uscita dall'euro significherebbe una valutazione di crediti e debiti nella conversione in moneta corrente dei singoli Stati "virtuosi" e non un bagno di sangue come avverrebbe in Italia, Spagna o Portogallo dove la contropartita estera si giocherebbe in euro contro monete deboli come Lira e Pesetas. Ci vorrebbe una sfera di cristallo.</span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; line-height: normal; text-align: justify;" class="MsoNormal"><br /></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; line-height: normal; text-align: justify;" class="MsoNormal"><span style="font-size:100%;">cremonesi1984@gmail.com<br /></span></p></div></div></div>Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-20259496877874889222011-11-15T01:28:00.000-08:002011-11-15T02:10:50.740-08:00I Monti degli Eurofallimenti<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBep9OcFDD_fV1w1EY8J4gMKPJziCfUFPsMZh2faIUIuT3lkjox1je1jQVma9Bhb4eoOccu0bK4iOBIf4Spp-3OzP9CYSCjSNfRUhsJP4db_bEetAzCyq387fk9lpiSmlsP5mWEdZjfCj-/s1600/1_%25E2%2582%25AC_2007.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 225px; height: 225px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBep9OcFDD_fV1w1EY8J4gMKPJziCfUFPsMZh2faIUIuT3lkjox1je1jQVma9Bhb4eoOccu0bK4iOBIf4Spp-3OzP9CYSCjSNfRUhsJP4db_bEetAzCyq387fk9lpiSmlsP5mWEdZjfCj-/s320/1_%25E2%2582%25AC_2007.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5675162896672003186" border="0" /></a><br />Sono passati due giorni dalla fine, ma oltre ai postumi della sbornia di chi ha festeggiato la "caduta" del Caimano non rimangono che macerie. E' stato sciocco inebrarsi bevendo al calice di una fantomatica "Liberazione", così come credere ai supereroi. Questa volta non c'è calzamaglia e mantellina che tenga, solo un professore poco loquace in completo blu, che ai microfoni ha saputo soltanto ricordare quanto fosse bella la domenica romana appena trascorsa.<br /><br />Monti sta formando il nuovo governo e vedremo cosa succederà, ma non è di questo che voglio parlare. Svanita la magia delle consultazioni occorre riflettere lucidamente su quanto successo a livello continentale e chiedersi cosa ha portato Berlusconi alla scelta delle dimissioni.<br /><br />Più che un fallimento della politica, come si è letto abbondantemente sui giornali, credo e azzardo che il caso italiano ci ponga davanti alla relatà di un flop da ricercare all'interno dell'istituzione europea, o meglio, dell'unione monetaria. Per riassumere in poche parole: un rendimento eccessivo dei titoli di stato, un debito di dimensioni gargantuesche con la propensione all'insolvenza e l'incazzatura progressiva tedesca. Sommando i fattori e aggiungendo l'ingombrante figura del Cavaliere, ecco servito il piatto del crollo del governo. Un caso unico nella storia d'Italia che di fatto ha visto la fine di un esecutivo in possesso della maggioranza al Senato.<br /><br />Gli americani del New York Times parlano, non a torto, di "sospensione della democrazia politica" in Italia (e io aggiungo) per sottostare alla gloriosa legge dell'Euro. Il peccato originale - oltre che a un debito pubblico mostruoso tipicamente Made in Italy - consiste nel fatto che l'unione monetaria europea non nasce su radici culturali ma solo su dettami economico-monetari. Insomma abbiamo fatto l'Europa ma non gli europei.<br />Come si è potuto pensare di fingere che tedeschi, greci, italiani e portoghesi potessero stare sulla stessa barca solo in nome di una moneta unica? Così nel calderone sono finite economie radiclamente diverse che per sottostare alla linea comune della Bce sono state costrette a stress incredibili che hanno portato inequivocabilmente a grandi crisi come in Spagna e Grecia. In questa giungla in cui si incrociano interessi nazionali a obblighi continentali, ecco che per diritto di natura la Germania ha cercato di riappropriarsi di un'egemonia economica incontestabile, seguita dal desiderio (ingiustificato) della grandeur di Sarkozy. Siamo sicuri che l'Europa esista davvero? Un esempio di questo discorso è da ricercare in quanto è successo quando i prezzi euro-lira vennero covertiti a torto con un cambio "artificiale" 1 a 1: crollo del potere d'acquisto e italiani lasciati in mutande.<br /><br />Cosa fare dunque? Non lo so, però voglio sperare che questo ragionamento non venga bollato come dietrologia, ma che sia punto di partenza per una riflessione più ampia. Tornando all'Italia: pensare che la crisi sia colpa di Berlusconi è strumentale e lo sa bene anche chi lo ha sbandierato fino a l'altro ieri. La vera responsabilità del governo appena concluso è stata nell'incapacità di reazione agli eventi, un problema incancrenito nei bizantinismi della politica italiana dove ognuno ha un piccolo orticello da coltivare e proteggere. Questa è la grande colpa e l'interminabile balletto dellla manovra d'agosto ne è la prova. Monti farà bene? Vediamo, anche se le premesse rischiano di essere esplosive...Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-78724308561073160002011-10-13T06:15:00.000-07:002011-10-13T06:40:13.735-07:00Lapidazioni politiche<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">Berlusconi</span> è intervenuto in Parlamento per <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">giustificare</span> lo scivolone dell'altro giorno e sondare il terreno per chiedere la 56esima fiducia di questa <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">leglislatura</span>: "Non mi farò lapidare dalle opposizioni". Un concetto limpido come l'acqua perché, se è vero che "chi è senza peccato scagli la prima pietra" , allora il premier può dormire sonni tranquilli. Di verginelle (<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">ops</span>...) non ce ne sono in Parlamento. Tuttavia per precauzione la portineria di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4">Montecitorio</span> ha sequestrato eventuali statuette del Duomo di Milano (non è vero, ma la battuta ci sta).<br /><br />Il discorso di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5">Berlusconi</span> ha risuonato in un emiciclo in buona parte vuoto per protesta delle opposizioni, radicali esclusi, tra il consolidato rifiuto al passo indietro e 12 sbadigli di un annoiato Umberto Bossi alle spalle del premier (vedi video).<br /><br /><object style="height: 390px; width: 640px;"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/-3CbgFm2Aiw?version=3"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowScriptAccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/-3CbgFm2Aiw?version=3" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" allowscriptaccess="always" height="360" width="640"></embed></object><br /><br />Al di fuori delle battute c'è però un concetto che deve entrare nella testa di tutti: o lo si manda a casa con i numeri del Parlamento o <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6">Berlusconi</span> non ha la minima intenzione di levare le tende. Come dargli torto? Al suo posto qualcuno farebbe si immolerebbe? Dubito e la retorica immobile del dimettiti dimettiti ha rotto...<br /><br /><object style="height: 390px; width: 640px;"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/lsJKluvtx9c?version=3"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowScriptAccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/lsJKluvtx9c?version=3" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" allowscriptaccess="always" height="360" width="640"></embed></object><br /><br />Intanto i <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_7">ccciofani</span> non hanno lavoro, la vita costa sempre più cara e io in pensione ci andrò a 135 anni. Com'è che cantava De <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_8">Gregori</span> che non mi ricordo? W l'Italia? Che bella battuta...Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-22230371879652067912011-10-07T02:47:00.000-07:002011-10-07T03:22:37.423-07:00Chi ha oscurato Wikipedia?<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglYN0y6JB-FPwpuBHkse2zzpL48CF4oF2Fi5P_-nzW-mfievczZW8cf0LyN9qtU1ggMTHDx0HnQaD9mO9s5n1115oqsnRMzbylZlXcc8VLOC6viHisnxBeXIX7T169fYl4ZEro_UF2xfuD/s1600/wikipedia-logo.png"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 262px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglYN0y6JB-FPwpuBHkse2zzpL48CF4oF2Fi5P_-nzW-mfievczZW8cf0LyN9qtU1ggMTHDx0HnQaD9mO9s5n1115oqsnRMzbylZlXcc8VLOC6viHisnxBeXIX7T169fYl4ZEro_UF2xfuD/s320/wikipedia-logo.png" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5660692121732697202" border="0" /></a><br />Sono giorni che mi viene chiesto il perché dell'oscuramento di Wikipedia in seguito al ddl sulle intercettazioni. Ho ascoltato le tesi complottistiche più incredibili, dall'avvento del regime, allo sbarco di Darth Vader con l'incrociatore stellare. La verità è meno affascinante di quanto non la si dipinga: Wikipedia è stata oscurata per protesta dagli stessi utenti italiani e non dalla mano del regime. Le ragioni di questa scelta? Sacrosante, ma prima di gridare "al lupo, al lupo" sarebbe cosa buona e giusta avere una panoramica d'insieme più chiara. Basta aprire la home page della celebre enciclopedia libera e leggere quanto scrivono gli amministratori in una nota:<br /><br /><span style="font-style: italic;">"Il 4, 5 e 6 ottobre 2011 gli utenti di Wikipedia in lingua italiana hanno ritenuto necessario oscurare le voci dell'enciclopedia per sottolineare che un disegno di legge in fase di approvazione alla Camera potrebbe minare alla base la neutralità di Wikipedia. Sono stati proposti degli emendamenti, ma le modifiche al disegno di legge non sono ancora state approvate in via definitiva. Non sappiamo, quindi, se sia ormai scongiurata l'approvazione della norma nella sua formulazione originaria, approvazione che vanificherebbe gran parte del lavoro fatto su Wikipedia. Grazie a chi ha supportato la nostra iniziativa, tesa esclusivamente alla salvaguardia di un sapere libero e neutrale".</span><br /><br />In che modo il ddl andrebbe a minare la libertà delle informazioni che girano su Wiki? Ecco che il pennivendolo ve lo spiega. Si parte dal comma 29 del disegno di legge in cui si cita che: <span style="font-style: italic;">"per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono"</span>. Un concetto che per chi ha dimistichezza con il diritto all'informazione non ha ombre né misteri. Ma c'è un "ma" all'orizzonte. Se da un lato il diritto alla rettifica è sacrosanto - capita a tutti di sbagliare ed è giusto correggere - dall'altro c'è confusione sul concetto di lesività dell'informazione riportata. Ovvero, non è un giudice terzo che innanzi alla richiesta di verifica per eventuali offese o affermazioni distanti dal vero interverrebbe per richiedere la rimozione di suddetta informazione o la rettifica, bensì colui che si ritiene parte lesa. E questo può essere fatto indipendentemente dalla veridicità dell'informazione che viene ritenuta lesiva.<br /><br />Secondo gli internauti di Wikipedia quindi: <span style="font-style: italic;">"L'obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell'Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l'abbiamo conosciuta fino a oggi"</span>.<br /><br />Per chi volesse approfondire l'argomento ecco <a href="http://www.camera.it/Camera/view/doc_viewer_full?url=http%3A//www.camera.it/_dati/leg16/lavori/stampati/pdf/16PDL0038530.pdf&back_to=http%3A//www.camera.it/126%3FPDL%3D1415-B%26leg%3D16%26tab%3D2%26stralcio%3D%26navette%3D">il documento originale della proposta di legge</a>.Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-91314760734044922392011-10-06T00:10:00.000-07:002011-10-06T00:23:46.347-07:00"Stay hungry, stay foolish"Fare della retorica è molto rischioso in questi casi. Si legge ovunque "Steve Jobs è morto". Innovatore, guru, santone informatico, per qualcuno un icona radical chic, per altri il genio dei geni. Per il Pennivendolo il modo migliore per omaggiare Jobs è ricordare a tutti lo slogan lanciato nel celebre discorso all'Università di Stanford, magari utilizzando un Mac per pubblicare questo post: "Stay hungry, stay foolish"...<br /><br /><br /><object style="height: 390px; width: 640px"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/oObxNDYyZPs?version=3"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowScriptAccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/oObxNDYyZPs?version=3" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" allowScriptAccess="always" width="640" height="360"></object>Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-18274704170491974422011-10-05T01:59:00.000-07:002011-10-05T02:51:15.045-07:00"Vostro Onore non mi prenda per il naso!"<object style="height: 390px; width: 640px;"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/hS1U-5icRGc?version=3"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowScriptAccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/hS1U-5icRGc?version=3" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" allowscriptaccess="always" height="360" width="640"></embed></object><br /><br />Lo dico fin da subito: non ho mai tollerato i processi mediatici sui grandi casi di cronaca. Da <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">Cogne</span> a <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">Garlasco</span>, da <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">Avetrana</span> a <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">Brembate</span> e via fino a Melania Rea passando per Perugia. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4">Nein</span>! E non sarà questa la sede per litigare su colpevoli o innocenti. Partendo dalla sentenza di assoluzione per il delitto di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5">Merdith</span> <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6">Kercher</span>, questa volta però il processo <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_7">bisognerebbe</span> farlo al sistema della giustizia italiana, quello sì.<br /><br />Lo ripeto, non si tratta di argomentare sulla <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_8">colpevolezza</span> o meno della <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_9">Knox</span> e di Sollecito, ma di appuntare quanto è successo per restare basiti. Due studenti ventenni si sono fatti quattro anni di carcere, sono stati condannati a pene durissime in primo grado e magicamente assolti in appello. Non è la mancanza di prove: secondo il giudice i due non hanno commesso il reato. I due ex fidanzatini sono innocenti, assolti in <span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_10">forma</span> piena da qualsiasi <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_11">responsabilità</span> per la morte di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_12">Meredith</span> <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_13">Kercher</span>. Dunque per la giustizia italiana Amanda e Raffaele non sono colpevoli, ma allora sorge una domanda più che lecita: con che metro è stata presa la decisione per la prima condanna a più di vent'anni? O viceversa, potrebbe essere assurda anche l'assoluzione dei giorni scorsi, chi ha sbagliato? Non <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_14">nascondiamoci</span> dietro a un dito: tra più di vent'anni di condanna e l'assoluzione in forma piena c'è un abisso!<br /><br /><br />Nel caso i due fossero veramente innocenti c'è da vergognarsi al pensiero di aver relegato due giovani dietro le sbarre per quattro anni <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_15">distruggendogli</span> l'esistenza. Ci sarà il <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_16">risarcimento</span>, almeno si spera (a carico dello Stato e quindi di noi cittadini ovviamente), ma dopo il polverone mediatico sollevato dalla vicenda a questi due ragazzi è stato negato il diritto alla normalità. Ma se fosse vero il <span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_17">contrario</span> (perché ormai io non credo più a niente e nessuno) ? Con che faccia lo Stato italiano guarderà negli occhi <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_18">mammaKercher</span> e le dirà: "Signora, mi spiace, ma per l'omicidio di sua figlia abbiamo solo un ivoriano dietro le sbarre per i prossimi 16 anni perché ha scelto il rito abbreviato e di fatto non sappiamo bene com'è andata la vicenda. Gli altri due però li abbiamo scarcerati". Giustizia è fatta.<br /><br />Sfogliando il manuale di deontologia <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_19">professionale</span> rammento che se un giornalista diffama la paga; se un ingegnere sbaglia i calcoli di una struttura e questa crolla, paga; se un medico dimentica le garze nel ventre di un paziente, qualche volta la paga e così anche il politico con le mazzette prima o poi si scotta. Ma i giudici?<br /><br />Ecco cosa pensano della nostra giustizia all'estero. Un piccolo esempio dalle pagine dell'<a href="http://www.independent.co.uk/opinion/commentators/antonio-j-manca-graziadei-knoxs-defence-lays-bare-a-legal-system-full-of-flaws-2365621.html">Indipendent</a>.Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-31123123434699593392011-09-22T01:56:00.000-07:002011-09-22T02:41:01.584-07:00Un voto dalla doppia faccia<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPM5EuXbOJhtQlUkqAB-AX-AXLEStLcndeY0o9fYikFQ_NbPyBCgMEcRkDWkgxKs2jsAtmGoagJjQ9tZ5gUcmpcFGkm-M7cJuRSM3p6PCpemYoKy2KOuzr0O21Enkh-6B1lVYyHhKl8aaK/s1600/voto+alla+Camera.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPM5EuXbOJhtQlUkqAB-AX-AXLEStLcndeY0o9fYikFQ_NbPyBCgMEcRkDWkgxKs2jsAtmGoagJjQ9tZ5gUcmpcFGkm-M7cJuRSM3p6PCpemYoKy2KOuzr0O21Enkh-6B1lVYyHhKl8aaK/s320/voto+alla+Camera.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5655116637356098306" border="0" /></a><br />Sarebbe bello pensare ai nostri parlamentari vestiti con i panni dei samurai, carichi di orgoglio e allergici al disonore, pronti a togliersi la vita pur di lavare via l'onta della vergogna. Se così fosse, la storia repubblicana sarebbe un lago di sangue. Eppure - sebbene si tratti la questione in un'accezione più blanda - l'istituzione del voto per l'autorizzazione a procedere nei confronti di un parlamamentare, si radica su un principio non tanto dissimile. Teoricamente si dovrebbe assistere a un collegio di saggi che - innanzi all'ottemperanza di uno dei poteri dello Stato - accetta di votare contro un <span style="font-style: italic;">paria </span>affinché il corso delle istituzioni si compia. Ma siamo sicuri che sia così? Ovviamente, no.<br /><br />Mentre scrivo questa nota ancora non si sa come andrà a finire il voto alla Camera per il futuro dell'ex collaboratore di Tremonti, Marco Milanese. Sinceramente non importa l'esito in quanto tale, ben più importante è invece il peso di cui vengono caricati episodi analoghi. Non si tratta di un voto sereno, atto a definire il corso naturale del potere giudiziario di un Paese, bensì le sorti di un accusato vengono giocate sull'equilibrio di giochi di potere al fine di mantenre o smantellare - dipende dai punti di vista - lo <span style="font-style: italic;">status quo</span>.<br /><br />Leggiamo sui giornali che questa volta i maroniani non voteranno come già accaduto per Alfonso Papa, leggiamo che Berlusconi ha garantito a Napolitano che i numeri per la tenuta del governo ci sono. L'opposizione fa barricata sperando che mandando Milanese agli arresti allora possa crollare l'esecutivo... E via dicendo: solo giochi di palazzo. Ed è in questo gioco di relazioni e chiacchiere (Bersani ieri ha perfino cercato di persuadere Maroni a far crollare la baracca parlottando in corridoio) che si sminuisce il rispetto per un voto che prima di essere politico, deve essere atto al normale svolgimento di uno dei poteri della Cosa Pubblica.<br /><br />Il voto sarà segreto: chi doveva tramare ha tramato, chi doveva scambiare e mercanteggiare lo ha fatto e via per un altro giro di giostra.Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-19934617893185004532011-08-23T23:56:00.000-07:002011-08-24T00:17:04.934-07:00Nemici comodi<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtfh1plth4ym_3Z8Zw6qpS95uadHFs1PBX-moJ58QiQja0b1FH9JcopsAdKgw9jlDJP_9UgPoJzTmDKc5Dvr49u3-lyXR656Zhw-Ngf_W0WVveqSKD_yP6sHEUS1Feraj9JNDorelBL2V6/s1600/Hamas310305_gif.jpeg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; DISPLAY: block; HEIGHT: 229px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5644317705492906210" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtfh1plth4ym_3Z8Zw6qpS95uadHFs1PBX-moJ58QiQja0b1FH9JcopsAdKgw9jlDJP_9UgPoJzTmDKc5Dvr49u3-lyXR656Zhw-Ngf_W0WVveqSKD_yP6sHEUS1Feraj9JNDorelBL2V6/s320/Hamas310305_gif.jpeg" /></a>
<br />
<br />
<br /><div>Così anche la tessera del domino di Gheddafi è caduta. E' bastato un colpetto in Tunisia, una spintarella in Egitto e adesso cade anche la Libia. Manca ancora un piccolo sforzo e se i siriani dovessero dire addio ad Assad, ci sarebbe veramente da festeggiare alla grande. Ma andiamo con calma.</div>
<br /><div></div>
<br /><div>Urge una considerazione. Mentre il regime libico era prossimo alla capitolazione, ad Eliat sul Mar Rosso, un commando di 7 terroristi palestinesi ha assaltato due bus israeliani, sancendo la fine della tregua tra Hamas e lo stato ebraico. Una mossa casuale e indipendente? Sinceramente non credo. Come non credo che la questione cenrale dell'assalto sia fondata su una qualsiasi rivendicazione di diritti per il popolo palestinese. In un mondo arabo - avverso ad Israele da sempre - che vede crollare giorno dopo giorno un regime alla volta, è divenuto necessario rispolverare i fantasmi mai sopiti dello scontro israelo-palestinese. La questione di Gaza diventa così un maldestro tentatvio pan-arabo per sopire la voglia di libertà dei popoli di Allah, una sorta di passaporto identitatrio comune fatto di sofferenza e piombo.</div>
<br /><div></div>
<br /><div>La ricetta della costruzione del nemico come panacea per i mali interni a un regime è una ricetta vecchia e logora, ma che va sempre di moda. Poco importa se in Occidente - grazie alla libertà di cui godiamo - abbiamo libero accesso a tutta la bibliografia sull'argomento da Hannah Harendt a Vassilij Grossman e Solzenicyn. Meglio nascondere la testa sotto la sabbia dietro a slogan e bandiere che riducono il tuo a una questione feticcia e pop. Mentre tutto cade, ecco tornare in auge la rabbia verso il nemico di sempre: la Stella di David. Questa volta basterà?</div>
<br />Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-7487992635716308512010-12-16T00:02:00.000-08:002010-12-16T00:18:11.278-08:00Terzopolismi<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihf_sJHgx4IEdV7n_WVmz-X4KlVCEMiKyirJemR8k2uPPYNI35hTPpF4qCc-z9d3vzXqji9vKuO9MYeXJXWdNSKsHzzYBeXO1Jw-wOTNn1Szwbl3WugwX2hTXPc8oNXWXj_sEd-lsuwrpB/s1600/asino.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5551191440516465362" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 247px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihf_sJHgx4IEdV7n_WVmz-X4KlVCEMiKyirJemR8k2uPPYNI35hTPpF4qCc-z9d3vzXqji9vKuO9MYeXJXWdNSKsHzzYBeXO1Jw-wOTNn1Szwbl3WugwX2hTXPc8oNXWXj_sEd-lsuwrpB/s320/asino.jpg" border="0" /></a><br /><div>Alleanza per l'Italia del Futuro con la Liberta dell'Unione di Centro che si Muove per le Autonomie nel solco della LiberalDemocrazia... E' nato il terzo polo. Ritorna Alleanza nazionale, senza fiamma e senza pelato in piazza Venezia. Niente libro e moschetto, ma Pierferdy e Binetto. Il Polo della Nazione è la nuova creatura politica dei soliti accordi perché "in fondo la storia è sempre la stessa. C'è uno che grida, che grida e fa i versi da quella finestra".</div><br /><div>E allora? Continuiamo a dirla con le parole di Jannacci.</div><br /><div>"Si cambiano i nomi, rimangon bastardi, tu guarda alla radio, le solite facce,i soliti accordi. (Quali accordi?) I soliti. Do maggiore, la maggiore, la minore, re minore, sol settima, re minore... Do maggiore, la maggiore, re minore, la minore, sol settima, si minore..."</div>Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-59925480053492746732010-12-15T00:39:00.000-08:002010-12-15T01:11:20.752-08:00Gattopardismi a Montecitorio<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqPSOzsHVwmuVu2GmVcOdrBpCfuKx2xGl6gXvbAv1ZlkU-XSwYOxE7XhwIQf2w-IlzhPrOUEfgO4pksPGtX-zXO7pF7DgaFFUVesU-1M3O66fTi2G5hmkoUJlCUBQa_u_e0Sq8zebVh7ry/s1600/ocelot.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5550834095844368578" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 213px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqPSOzsHVwmuVu2GmVcOdrBpCfuKx2xGl6gXvbAv1ZlkU-XSwYOxE7XhwIQf2w-IlzhPrOUEfgO4pksPGtX-zXO7pF7DgaFFUVesU-1M3O66fTi2G5hmkoUJlCUBQa_u_e0Sq8zebVh7ry/s320/ocelot.jpg" border="0" /></a><br /><div>Parole, parole parole... Non è la famosa canzone di Mina, ma quanto rimane del deprimente spettacolo a cui l'Italia ha dovuto assistere ieri. Botte politiche, zuffe parlamentari, guerriglia urbana e ancora fiumi di parole. Goccia più, goccia meno, aggiungeremo anche le nostre considerazioni a questo fiume verbale in piena. </div><br /><div>In primis urge ammettere che mi sono sbagliato. Pensavo che la gazzarra alla Camera si sarebbe risolta con dimissioni tattiche dopo il primo voto al Senato, piuttosto che elezioni anticipate. Niente di tutto ciò. E' bastato fare appello al fondo del barile, al marciume intellettuale della nostra classe dirigente: agopuntori, Cepu e "cchiù pilu pe tutti". Voto di scambio? Probabile, ma adesso urge guardarsi negli occhi e avere l'umiltà di ammettere che se è deplorevole chi paga, altrettanto lo è chi si fa pagare. Un concetto questo che sembra non essere chiaro. In Italia fanno schifo i sommi sacerdoti, ma salviamo Giuda. </div><br /><div>Punto secondo. Una cosa l'ho azzeccata. Fini è spacciato. Ho sempre pensato che il presidente della Camera avesse iniziato un processo di eutanasia politica. Bene, ieri Berlusconi ha staccato la spina del suo respiratore. Gianfranco Fini è stato fregato dallo stesso gioco di scatole cinesi con cui avrebbe voluto fare le scarpe al premier. Come ha deciso di separarsi dal partito con i suoi pretoriani, a sua volta il delfino di Almirante (incredibile...) è stato fatto fuori da una scatoletta di traditori che a Mirabello erano in prima fila a battere le mani. In parole povere: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.</div><br /><div>Dulcis in fundo, cosa succederà ora? E io che cosa ne so. Napolitano diceva che ci vorrebbe la sfera di cristallo. Magari ci fosse la sfera! L'unico corpo sferico che vedo rotolare è la furbizia camaleontica di Casini. Stai a vedere che finirà a tarallucci e vino con Bossi e Berlusconi. Ancora una volta cambia tutto, affinché niente possa cambiare. E se si andasse a voto in primavera? Se Napolitano non ha la sfera, speriamo sia capace di leggere le carte.</div>Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-65865810823923395672010-11-03T02:51:00.000-07:002010-11-03T02:59:41.491-07:00IL DEMOCRATICO<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVq_NL_VgVrS8QQxwWTgN5hzbvUpGNvV-ReGCpAeu2H3OR736VAVlFGANzbpwjIY05jU0wmd_2w3nw9mm8RW_QI_Frm6rGUJwUVxzkVTVMcOefO3KepCFkepGsUbxxgaAGC8QsdBJ3laXP/s1600/democracy.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 320px; height: 220px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVq_NL_VgVrS8QQxwWTgN5hzbvUpGNvV-ReGCpAeu2H3OR736VAVlFGANzbpwjIY05jU0wmd_2w3nw9mm8RW_QI_Frm6rGUJwUVxzkVTVMcOefO3KepCFkepGsUbxxgaAGC8QsdBJ3laXP/s320/democracy.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5535260958797506562" border="0" /></a><br />Alla fine lo hanno preso. Almeno credo. Se non l’hanno ancora fatto lo faranno presto. Peccato che sia finita così, io glielo avevo detto da tempo che in linea di principio aveva ragione, ma la lotta era da combattere dentro al sistema. Entra nel sistema per cambiarne i connotati partendo dalle radici. Insieme si può. We can. Purtroppo quello del bombarolo è un film già visto, un racconto di cui abbiamo già letto il paragrafo finale. Mi piace ricordarla come la storia dei compagni che sbagliano, che cambiano campana pur senza rinunciare al nobile intento del raggiungimento dell’uguaglianza fraterna tra i popoli. Si esatto, un fratello che ha sbagliato. Ma proprio ha sbagliato tutto, soprattutto nel momento in cui tra noi soffiava questo vento di cambiamento proveniente oltreoceano, questa brezza innovatrice che avrebbe spazzato via - partendo dalle piazze - tutto il circo di nani, acrobati e ballerine della maggioranza. Peccato. Con lui se ne andrà un bel pezzo della mia infanzia.<br />La lotta continua. Non fraintendetemi. Nei luoghi e coi mezzi che la Costituzione ci ha fornito, senza discriminare minoranze e continuando a indignarci per ogni bravata mediatica che il nuovo tiranno ci regala di settimana in settimana. E’ un lavoro duro il mio: riunioni, congressi, commissioni, confronto con i vertici del partito e poi le discussioni in aula. La guerra se si fa si fa bene. Abbiamo denunciato che la stampa è al soldo di qualcuno, ma tanto abbiamo la nostra che ci segue. E se nessuno legge la nostra stampa di partito? Non importa abbiamo i finanziamenti pubblici che ce la sostengono. Quella della libertà d’espressione è un sacrosanto diritto da garantire, a costo di mettere le mani al portafogli dello Stato. E così noi non ci vergognamo di spendere denaro pubblico per scrivere un giornale che non legge nessuno, perché il giorno in cui ci sarà impedito farlo, allora sarà ora di impugnare le armi proprio come ha fatto il nostro amico bombarolo. E questo sia mai: noi siamo democratici.<br />E’ successo lo stesso con la televisione di Stato. Noi siamo democratici - come i democratici americani e i laburisti inglesi - però abbiamo visto l’assalto alla diligenza per la spartizione dei poteri dentro la tv pubblica, così ci siamo vestiti da cow boy e ci siamo lanciati alla conquista del nostro fortino insepugnabile. Ora abbiamo un canale tutto nostro, un piccolo Fort Alamo dove combattiamo strenuamente, assumiamo solo giornalisti che stanno dalla nostra, ma soprattutto proponiamo una televisione di qualità. Non importa se nessuno la guarda perché la popolazione preferisce quella del nemico. Noi la facciamo lo stesso perché è un servizio pubblico. Il pluralismo è importante, è una questione di vita o di morte. Immaginate cosa potrebbe essere uno stato senza pluralismo. Noi combattiamo ogni giorno per quello. Ogni giorno occupiamo - o quanto meno cerchiamo di farlo a suon di cazzotti - una fetta di potere per garantire il pluralismo. Se dovessimo mollare questo potere si cadrebbe in una dittatura fatta di escort, leccaculi, massoni e chi più ne ha ne metta. Non sia mai: prima la nostra fetta di potere e poi si parla del resto. Lo stesso lo abbiamo fatto con le banche, le compagnie di assicurazione, le cooperative della grande distribuzione e via. Il potere va spartito.<br />E non è vero che abbiamo tralasciato il resto. La ricerca universitaria, la libertà di immigrazione, l’abbattimento delle tasse, la lotta al malcostume della politica, la guerra alla mafia, la pace nel mondo. Sono tutti punti fondamentali, ma attenzione. Al governo non ci siamo noi. E’ quindi nostro compito fare i conti senza l’oste e resistere, proprio come i nostri nonni resistettero sulle montagne per cacciare i nazifascisti. Perché la Resistenza non è una circoscrizione storica ancorata alla memoria di più di sessant’anni fa, bensì è una condizione esistenziale in cui vivono grandi valori. Ecco perché noi democratici siamo tutti amici dell’associazione nazionale partigiani: non importa se di partigiani del tempo non ne sia scampato mezzo, sono i giovani a doversi iscrivere.<br />Prendo spunto da questa citazione dei valori della Resistenza per puntualizzare su una questione. Come i partigiani non scesero a compromessi con l’invasore nazista, noi altrettanto abbiamo scavato un solco profondo tra noi e il Presidente del Consiglio. Un solco invalicabile da parte nostra, ma aperto a chi vuole fuggire dal partito azienda. Si è voluto radicare il sistema bipolare anche in Italia e noi abbiamo accolto l’invito fondendo insieme comunisti, democristiani, cattolici dell’Opus dei ed ex radicali. Perché per noi le diversità sono un valore. Il relativismo puro è un valore, perché il singolo deve potersi esprimere liberamente. In passato la pensavamo radicalmente all’opposto, ma si sa, i tempi cambiano e con esso le ideologie muoiono e le convinzioni cambiano.<br />Sono fiero di potervi dire che di giorno in giorno quel solco è aumentato fino a divenire una vera e propria cortina di ferro. Ora la lotta politica la stiamo portando contro il malcostume personale del presidente perché nel frattempo il resto può aspettare. Mica siamo noi a governare. A noi spetta il ruolo dell’opposizione e come tale il nostro obiettivo è quello di mandare a casa questo tiranno da strapazzo. Sono quindici anni che ci proviamo senza grandi successi, ma sono sicurissimo che - tra le mille storie di escort e festini - questa volta abbiamo trovato quello giusto.<br />Salute a te bombarolo. Se ti fossi accomodato al mio fianco in Parlamento quanto te lo dissi, ora saresti qui a sperare di godere al più presto della caduta del grande satana. Nel frattempo penserò a te ricordandoti il coraggio e la grandezza di personaggi come il reverendo King, il presidente Kennedy, Madre Teresa di Calcutta... insomma, i grandi del Pantheon Democratico.Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-14291549447514423482010-11-02T07:24:00.000-07:002010-11-02T08:48:14.360-07:00IL BOMBAROLO<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5tnJVWlaiJmawbKNkqv1xCACfE1b8cPcn7lKQWDIKDbtfLNFKWE47JZoFj0NN8RBq2T8JmubM131TL7L84w-x4jcm3h-UYfxX_JnypieKML9tzn7eIiXI1S5ZWxQPeXi3u9IvpNf7TzNo/s1600/ghigliottina.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 142px; height: 200px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5tnJVWlaiJmawbKNkqv1xCACfE1b8cPcn7lKQWDIKDbtfLNFKWE47JZoFj0NN8RBq2T8JmubM131TL7L84w-x4jcm3h-UYfxX_JnypieKML9tzn7eIiXI1S5ZWxQPeXi3u9IvpNf7TzNo/s200/ghigliottina.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5534979465550481298" border="0" /></a><br />Come disse un carissimo amico: “Se Gesù fosse nato in Italia, avrebbe fatto carriera poiché figlio di Dio”. Almeno uno straccio di seggio in parlamento glielo avrebbero dovuto dare. Un ministero, un contratto da portaborse o sottosegretario. Invece a noi cosa rimane? Precariato, instabilità, silenzi e una classe politica illusa di avere ancora il minimo controllo sulle masse. Già illusa. Ancora fermamente convinta che la soluzione ai problemi consista nel gettare sempre più carbone dentro la fornace del consenso, alimentando senza fine la lotta tra il bene e il male. Credo che al giorno d’oggi non ci sia niente di più metafisico se non la politica. La definizione or ora non saprei come darla - visto considerato che tra poco saranno qui a prendermi - ma sono certo che la forma della politica è là ancorata al mondo delle idee, incapace di distillarsi, di incarnarsi in qualcosa di diverso dal meccanismo della corruzione, dell’autoaffermazione e del clientelarismo.<br />Finché avrò tempo continuerò a scrivere questo mio testamento, anche se sono certo che - una volta catturato - di ciò non rimarrà nulla se non un’eco fievole.<br />Sono nato posteriore. Non significa podalico, ma posteriore alla realtà che mi circonda. Io non ho scelto il linguaggio, non ho scelto il mio nome, non ho scelto lo Stato a cui ho dovuto assoggettarmi silenziosamente. Sono nato prigioniero e tale morirò. Come tutti voi che forse leggerete qualche frammento di questa lettera. E pensare che tutto ciò ci è stato detto anni e anni or sono, ma l’uomo è stupido, l’uomo è perseverante nell’errore e gode nel calarsi gocce di cera nelle orecchie per non sentire. Chiuso nella mia stanza sfoglio come un maniaco le pagine di Marcuse, Heidegger e Lacan cercando un ultimo conforto, un sospiro di libertà prima della fine. Montesquieu ci aveva provato con il suo Esprit des loies, ma a cosa è servito tutto ciò se siamo finiti a questo punto? Perché nessuno ha chinato la testa per ascoltare il grido di questi amici nel silenzio della storia?<br />Abbiamo goduto del pane e ci siamo rilassati al circo dei potenti, satolli di consenso dispensato in pillole, fingendo di divenire attori del processo democratico giocando alla fondazione delle sedi di partito e alle riunioni dei comitati elettorali. Ma tutto ciò a cosa è servito, se non ad attenuare la consapevolezza della schiavitù? Abbiamo creduto di poter gestire il potere, anestetizzati dal consumo e dal benessere, abbiamo abbassato il collo della camicia per fornire senza intralci la nuca al boia.<br />Questo mio ultimo canto prima dell’inferno lo dedico soprattutto a coloro che - ingenui - hanno creduto di essere liberi combattenti per la libertà. Chi sono questi paladini da strapazzo? Voi! Sì voi! Voi che avete sguazzato nell’ipocrisia dell’opposizione, voi che avete scavato il solco della diversità. Voi che vi siete innalzati a sommi giudici capaci di sancire ciò che è bene e ciò che è male. Avete costruito una nuova cortina di ferro fatta di marzapane, una barriera fittizia capace di ingannare solo i più ingenui. “Perché noi siamo diversi, mentre voi...”. Pluralis maiestatis delle mie palle. Nella cloaca maxima non esiste un noi e non esiste un voi, ma esiste solo un unicum degenerato che amministra e spartisce il potere. E chi pensa di essere esente da ciò si sbaglia, perché il politico è come il pesce. Dopo tre giorni puzza.<br />Io ho saltato insieme a pochi la cortina di ferro. Come quel soldato ritratto a Berlino e adesso condannato ad essere venduto come cartolina per i turisti, io ho fatto il salto. Un salto della quaglia che mi ha salvato moralmente e condannato formalmente, un moto che mi ha posto sopra le parti. Solo contro tutti. Mi rammarica la consapevolezza che farò la fine di altri fessi che, come Don Chisciotte, pensavano di poter abbattere i mulini a vento. Io qualcosa ho abbattuto e probabilmente ho sbagliato, ho fatto del male, ho dispensato disperazione e per questo Dio mi consegnerà il conto da pagare. Ma se c’è un Dio, sarò lieto di pagare a lui il conto di una rivolta contro coloro che il conto me lo hanno presentato ancora prima che nascessi. Coloro che hanno istituito la struttura perversa della concezione di Stato al quale l’individuo ha dovuto silenziosamente versare l’obolo della propria esistenza. Rinunciare a uno spicchio delle proprie libertà personali per consegnarlo nelle mani dello Stato.<br />Io ho infranto l’esclusiva della coercizione della forza predicata da Weber. Io ho sovvertito il naturale esito dei conflitti sociali predicati da Hobbes dando un calcio in culo alla summa potestas e alla forma astratta del mandato implicito che i cittadini danno allo Stato. Io ho detto di no a tutto questo e per questo verrò punito. Io mi sono sostituito allo Stato. Io ho combattuto la paralisi della critica. Io non sono un uomo a una dimensione.<br />Quando ancora galleggiavamo innocenti nella placenta delle nostre madri, già il peccato originale della posteriorità ci insidiava. Avevamo un nome prima di essere venuti al mondo, e questo com’è stato possibile? Lo abbiamo scelto noi, oppure è il nome che ha scelto noi? E la lingua? Noi abbiamo avuto l’altezzosa superbia di poter avanzare la consapevolezza della manipolazione del linguaggio e invece no. Ci siamo serviti solo di una sovrastruttura che ci ha dominato. Così come lo Stato. I feti sono stati italiani, francesi, svizzeri, europei o cinesi prima di vedere la luce. E’ lo Stato che ci ha scelto in barba alla nostra libertà. Ci ha bollati e catalogati. Io ho provato a dire di no a tutto questo, ma alla fine ho perso la mia guerra. Ora il boia mi chiama per porre fine al sogno di una mente malata. Arrivederci.Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-9421465041272266482010-07-22T02:01:00.000-07:002010-07-22T02:16:05.157-07:00A volte ritornano<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu564ippPrcLbhz7xMHU92aWGOpd4lTP4u3VvaBNX2A5203Yha0YZKftLEoZToOeaVOK10fWBCMg4YNJPvOix2VfQnz9-QYqRfYck6f-BAGVNhvnrQ9WrcHQ0PsuEjAvIIR0JD6IZHGaJr/s1600/san_precario.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 247px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu564ippPrcLbhz7xMHU92aWGOpd4lTP4u3VvaBNX2A5203Yha0YZKftLEoZToOeaVOK10fWBCMg4YNJPvOix2VfQnz9-QYqRfYck6f-BAGVNhvnrQ9WrcHQ0PsuEjAvIIR0JD6IZHGaJr/s320/san_precario.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5496656804160319522" border="0" /></a><br /><div style="text-align: justify;">Carissime e carissimi,<br />è tanto che non mi affacciavo più a questa finestra. Vuoi per pigrizia, stanchezza e anche un po' di sconforto, devo proprio ammettere di aver issato bandiera bianca in questi ultimi mesi. Eppure - in questa mattina d'estate - ho sentito il richiamo di tornare più agguerrito che mai alla carica.<br />Il mio allontanamento è nato dalla consapevolezza che qualcosa mi stesse sfuggendo di mano, che il filo d'Arianna del mio futuro si fosse misteriosamente perso tra gli angoli bui del labirinto di Minosse. Si mi sono smarrito - almeno per il momento - in attesa di poter fare ritorno alla fine dell'estate all'interno della stampa che conta, quella con la "S" maiuscola. Uno smarrimento probabilmente forzato da una condizione lavorativa che all'interno della categoria sta spaccando le gambe a chi come me sta bussando alle porte della professione.<br />Precarietà, incertezza, collaborazioni saltuarie. Si è arrivati al paradosso che la candidatura a uno stage non retribuito viene festeggiata come un'assunzione a tempo indeterminato.<br />Ma non è la lagnanza che voglio.<br />Bentornato Pennivendolo</div>Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-4575582986954530102010-03-10T00:03:00.000-08:002010-03-10T00:33:53.755-08:00Il racconto del sabato nero del PdlIl Pdl si è giocato la reputazione nella mattinata di sabato 27 febbraio negli uffici elettorali di Roma. A mezzogiorno si sarebbe dovuto consegnare le liste per dare la spallata definitiva al centrosinistra laziale. Una spallata possibile dopo la vicenda Marrazzo, che avrebbe consolidato l'asse Roma Milano con Formigoni e Polverini. Invece no, qualcosa è andato storto, un qualcosa che ha screditato completamente una scalata che sembrava vinta in partenza. Finora tanto si è parlato del decreto interpretativo, ma ancora non si capisce cosa sia successo quella mattina a Roma.<br />Se a Milano, a prescindere dal decreto interpretativo, il tar ha accettato la lista Formigoni facendo calare ulteriore imbarazzo sulla natura stessa del decreto, nel Lazio resta fumosa la questione che vede esclusa dalla provincia di Roma la lista Pdl che appoggia Renata Polverini. A sciogliere qualche dubbio arriva Angelo Fredda, miliante di Sinistra e Libertà, che era presente al momento della presentazione delle liste quel sabato nero. Giuseppe Cruciani de La zanzara su Radio 24 lo ha intervistato. Ecco il suo racconto.<br /><a href="http://www.radio24.ilsole24ore.com/main.php?articolo=giallo-milioni-trozkista-lucano-doino-basilicata">Fai click qui per sentire il racconto</a>Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-17376552093594945042009-12-15T01:02:00.000-08:002009-12-15T01:28:14.719-08:00C'è libertà e libertàEssere liberi non significa fare quello che si vuole. O meglio, non è da confondere con la libertà di poter dire e sbagliare a nostro picimento. Il web sta assumendo le dimensioni di una enorme discarica intellettuale dove, chiunque ne abbia la volontà, si sente legittimato a scrivere e postare qualsiasi cosa violando i fondamenti che reggono le basi del concetto di Stato. Ultimo esempio di questa libertà vergognosa che gli internauti pensano di avere (per non so quale forma di diritto) riguarda l'immondizia legata a gruppi Facebook inneggianti a Tartaglia.<br /><br />Per capire dove sta la falla, urge comprendere a fondo il concetto di Stato. Ma cos'è lo Stato? Max Weber scriveva «un'impresa istituzionale di carattere politico in cui l’apparato amministrativo avanza con successo una pretesa di monopolio della coercizione della forza legittima in vista dell’attuazione degli ordinamenti». In altre parole: ogni cittadino deve rinunciare a una fetta della propria libertà (l'uso della forza per esempio) per declinarla alla comunità.<br /><br />Insomma, non si può dire quel che si vuole. Ciò non si declina come un'infrazione del principio costituzionale in difesa della libertà di pensiero, ma sicuramente pone dei paletti a quella d'espressione. Un costituzionalista direbbe che ogni singolo è libero di esprimersi come gli pare, ma fino a non ledere la morale sessuale o la dignità altrui.<br /><br />Questo punto mi sembra chiarito, eppure ciò che ancora mi suona molto strano è l'intervento di Marco Travaglio sul blog di Beppe Grillo. Tra i due non capisco più chi sia il comico o il giornalista, comunque vi posto la parte dell'articolo che mi preme sottoporvi (è un testo enorme l'integrale lo potete vedere sul sito). Travaglio scrive come se volesse giustificarsi, e ciò la dice lunga dopo l accuse pesanti rivolte dalla stampa di destra negli ultimi due giorni:<br /><br /><strong>La politica non prevede la categoria del sentimento</strong><br /><em>Guardate, arrivo a dire una cosa paradossale che naturalmente verrà usata contro di me, ma non me ne importa niente: l’ha già scritta Massimo Fini spanerse volte, questa categoria per cui si parla di odio politico è una categoria del sentimento che viene applicata alla politica, la politica e il sentimento non c’entrano niente, la politica è un fatto tecnico, per cui ti voto affinché tu faccia delle cose, ma tu non puoi chiedermi di amarti, tu puoi chiedermi di votarti, ma non mi puoi chiedere di amarti, non esiste l’amore dell’elettore per il suo eletto, esiste soltanto nelle dittature, quando appunto il populismo carismatico del capo riesce addirittura a attirare l’amore degli elettori, che non sono più neanche cittadini, sono proprio sudditi, sono un’altra cosa, sono acritici, sono pecore che adorano il capo.Il fatto che sia tornata la categoria dell’odio e quindi dell’amore nei commenti dei giornali - leggete le stupidaggini che scrive oggi Battista su Il Corriere della Sera sul clima di odio etc. etc. - bisognerebbe rispondere, come fa Massimo Fini, “ e ‘mbe? Chi l’ha detto che non posso odiare un uomo politico? Chi l’ha detto che non posso augurarmi che se ne vada al più presto? Chi l’ha detto che non posso augurarmi che il Creatore se lo porti via al più presto?”, guardate che questa cosa qua, che sembra orrenda, dice “ oddio, c’è qualcuno che lo odia!”, è assolutamente normale: ognuno a casa sua, nel suo intimo, è libero di odiare e di amare chi gli pare e non esiste in democrazia che i cittadini siano obbligati a amare coloro che li governano, anche perché se tu ami una persona perdi lo spirito critico e il cittadino elettore deve sempre mantenere uno spirito critico. Per cui leviamoci dalla testa questo ricatto, che non bisogna odiare e che bisogna amare coloro che ci governano, o che bisogna rispettarli: ma per quale motivo dovrei rispettare uno che insulta tutti quanti, compreso me tra l’altro, in continuazione da quindici anni? E’ importante questo: la condanna ferma, fermissima dell’attentato e il dire che queste cose non si devono fare e che chi le fa deve essere punito e, nello stesso tempo, dire “ io quello lì non lo voglio più vedere, io quello lì non lo voglio come Presidente del Consiglio, quello non mi rappresenta, speriamo che se ne vada presto da Palazzo Chigi”, queste cose sono cose.. oppure “ lo detesto, lo odio”, personalmente non lo odio, ma non vedo per quale motivo qualcuno non potrebbe invece odiarlo: l’importante è che si limiti a odiarlo senza fargli niente di male, non esiste il reato di odio, esiste il reato di violenza, di aggressione, di lesioni, di tentato omicidio, di omicidio, quelli sono reati, ma il reato di odio non esiste, dire a una persona “ io ti odio” non è un reato, se Dio vuole, altrimenti altro che in un regime, saremmo in Bielorussia, Paese per altro da poco indicato come modello di democrazia dal nostro Presidente del Consiglio nella visita a Lukashenko, dove ha detto “ la gente ti ama e quindi è giusto che tu stia lì”, vedete come nascono le dittature? Nascono nella testa del dittatore o dell’aspirante dittatore ben prima che nella testa dei cittadini, o meglio dei sudditi. Quindi c’è qualcosa di strano in quello che dicono Rosi Bindi, che l’ha detto meglio e Antonio Di Pietro, che l’ha detto in modo più sgangherato, cioè nel definire la vittima di quell’attentato vergognoso, che tutti condanniamo etc., un noto provocatore, uno che se le va a cercare? Non c’è niente di strano a dire una cosa del genere, è nella biografia del Presidente del Consiglio, è nel suo DNA, credo che in qualche momento di lucidità - ogni tanto ne avrà anche lui - ammetterà sicuramente, in cuor suo, di essere un grande provocatore: lo fa apposta, se non fosse un provocatore non farebbe e non direbbe tutte le cose che dice e che fa, non se la prenderebbe ogni santo giorno con tutti i tribunali che ci sono in giro per il mondo, tranne probabilmente Forum di Canale Cinque; non se la prenderebbe con la Costituzione, non se la prenderebbe con la Corte Costituzionale, non se la prenderebbe con tutti quelli con cui se la prende, compresi quelli che non esistono e che vede solo lui, tipo tutti questi complotti dell’opposizione; insomma, basta guardare le facce di quelli dell’opposizione, per rendersi conto che, anche se volessero, non sarebbero in grado di fare nessun complotto, ma comunque neanche vogliono farlo e quindi stiamo tranquilli. Lui è un grande provocatore e alcuni suoi alleati peggio di lui: immaginate che cosa c’è di male nel dire che questi signori provocano da quindici anni il Paese, quando abbiamo sentito un Ministro come Bossi parlare di fucili, di kalashnikov , di 200 /300. 000 uomini armati nelle valli pronti a imbracciare i fucili e a marciare per l’indipendenza e la secessione, ma queste cose ce le ricordiamo o no?! A qualcuno è mai venuto in mente di attribuire a questi signori dal linguaggio violento un qualsiasi episodio di violenza accaduto nelle loro valli? Pensate soltanto alla violenza che ha seminato Berlusconi in questi anni, forse è l’uomo politico più violento che si sia mai visto nella storia repubblicana e italiana: fatevi venire in mente qualche Presidente del Consiglio, come De Gasperi, Moro, Andreotti, erano tutte persone che, almeno nel linguaggio, erano piuttosto mansuete. E’ l’uomo politico più violento che ci sia stato nella storia repubblicana e conseguentemente dire che è un provocatore e che è più predisposto nell’eccitare gli animi di un eventuale squilibrato mi sembra una banalità assoluta, per cui non capisco quale sia il problema in quello che hanno detto la Bindi e Di Pietro, i quali per altro hanno precisato entrambi che, ovviamente, condannavano l’attentato e davano la solidarietà umana al Presidente del Consiglio, che resta un provocatore anche se gli hanno tirato una Madonnina in faccia, perché basta leggere i suoi discorsi e uno se ne rende perfettamente conto. </em><br /><br />Siamo dunque liberi di odiare e sperare che qualcuno crepi alla svelta? Ho letto bene? Cari lettori... a me proprio non convince. Molto meglio gli interventi di Battista (bistrattato da Travaglio), Calabresi, Stella e Mauro.Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-68776209280407185962009-12-14T03:05:00.000-08:002009-12-14T04:47:24.180-08:00Fermarsi a pensare<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyc40zqb1N39mi8O_Wh2LeERTMsr5ZDNJVVxqEiz3rLblAPr04abvqWHmNc-JUBTj8dx2T_LeQiOE-H5d9ykYZfZxtEaqrBEM39g7XeyQdPqqtrXqLME2YgR9oAsl8TKNRXYfSjl28qfrY/s1600-h/Rudi.jpg"><span style="color:#000000;"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5415053065194848226" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 219px; CURSOR: hand; HEIGHT: 303px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyc40zqb1N39mi8O_Wh2LeERTMsr5ZDNJVVxqEiz3rLblAPr04abvqWHmNc-JUBTj8dx2T_LeQiOE-H5d9ykYZfZxtEaqrBEM39g7XeyQdPqqtrXqLME2YgR9oAsl8TKNRXYfSjl28qfrY/s320/Rudi.jpg" border="0" /></span></a><span style="color:#000000;"><br /></span><div><span style="color:#ffffff;">E alla fine le legnate sono arrivate sul serio. Grazie al cielo è stato solo un cazzotto, ma a distanza di 24 ore, scaduto il tempo per la compassione, si inizierà la battaglia per sancire eventuali responsabilità morali di quanto accaduto. Bene, il Pennivendolo si chiama fuori da questa logica, perché qui non si punterà il dito contro nessuno. Diciamo piuttosto che è nel mio interesse inveire contro l'intero sistema che ha trasformato la lotta politica in una questione viscerale; l'ha buttata sul piano personale, facendone motivo di rabbia privata proprio come un lite tra vicni di casa. Il tuo cane me la fa sullo zerbino? Te lo ammazzo. Mi ammazzi il cane? Ti taglio le gomme della macchina e via nel turbine di follia. </span></div><br /><div><span style="color:#ffffff;">Quanto detto è un'iperbole, ma ben poco si discosta dalla realtà. Ha ragione Gian Paolo Pansa nel ricordare che una stagione delirante l'Italia l'ha già vissuta durante gli anni di piombo, quando bastava finire in prima pagina sui giornali per venire gambizzato o fatto furoi come nemico del popolo. I toni della lotta politica sono impazziti: da una parte c'è l'attacco a tutte le strutture istituzionali, dall'altro il desiderio di distruzione personale del Berlusconi soggetto politico e infine è arrivata anche la terza parte: quella dei folli che pensano che la lotta politica possa essere risolta a colpi di madonnina. Si tratta di pazzi appunto, di persone disturbate, in terapia ma mai come ora urge la necessità di aprire i libri di storia e mettersi a leggere un po'. Probabilmente i più non sapranno chi fu Rudi Dutsche (foto). Ebbene, ve lo racconta il Pennivendolo come occasione per mettersi a pensare.</span></div><br /><div><span style="color:#ffffff;">Rudi fu uno studente tedesco che nel 1963 aderì al gruppo Sovversive Aktion e all' SDS, l'organizzazione degli studenti socialisti tedeschi. Dutschke divenne in breve tempo il leader dell'ala antiautoritaria dell'organizzazione. Lo chiamavano Rudy il rosso, tutto Marx e Mao, determinato più che mai a creare scompiglio all'interno della borghese e imprenditoriale Germania Ovest della fine degli anni Sessanta. Ma qualcosa non funzionò. Contro Rudy il rosso si scatenò una vera e propria campagna mediatica capitanata dai giornali controllati da Axel Springer (editore tedesco oggetto delle mire rivoluzionarie di Dutsche), che titolavano "Fermate Dutschke Adesso!". E alla fine qualcuno ci pensò davvero a fermare Rudi. Un tappeziere esaltato e psicologicamente instabile, Joseph Bachmann, prese alla lettra l'invito e l'11 aprile 1968 sparò a Rudi tre colpi. Dutsche non morì ma soffrì di seri problemi al cervello per l'attentato per tutta la vita. Morì nel 1979 in seguito a una crisi epilettica mentre faceva il bagno.</span></div><br /><div><span style="color:#ffffff;">Ora: non è forse giunto il momento di moderare i toni? L'unica cosa di cui sono certo è che un pazzo pronto a premere il grilletto non è cosa difficile da trovare.</span></div>Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-15962501442504704402009-12-11T00:16:00.001-08:002009-12-11T06:31:37.461-08:00Il Nobel dell'ipocrisia<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdLJiFQ0ZjWJxqkqVBMApy2r5Fwv9CpeWV9Ym2Gt5oxLQyW-_qJTMn2jBipwBj7F1mX5A-xaPr9ARCG0hefym_StkXp5o5cDou9tVGIS6cqsuRCQsLkfHwubobYHkTirbWahnU4EzLhjLX/s1600-h/obama.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5413895494469002914" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 205px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdLJiFQ0ZjWJxqkqVBMApy2r5Fwv9CpeWV9Ym2Gt5oxLQyW-_qJTMn2jBipwBj7F1mX5A-xaPr9ARCG0hefym_StkXp5o5cDou9tVGIS6cqsuRCQsLkfHwubobYHkTirbWahnU4EzLhjLX/s320/obama.jpg" border="0" /></a><br /><div>"Esiste la guerra giusta". Che novità, come sostenere d'avere scoperto l'acqua calda. Eppure all'annuncio da parte di Mr. President il mondo sembra aver ricevuto l'illuminazione dell'oracolo di Delfi. Pensate a cosa sarebbe successo se a dire la stessa cosa fosse stato George W. Bush. Altro che rivolta popolare e giù con le bandiere a svastiche e strisce. Il grande sciamano ce l'ha fatta, ci ha fregati tutti, ci ha ipnotizzato e come un branco di pirla ci siamo abbeverati delle sue castronerie come al Sacro Fonte dell'eterna giovinezza. Così, a distanza di anni, siamo tutti d'accordo che la guerra in Afghanistan è sacra e santa, così come in Iraq il fosforo bianco e i proiettili non sono poi così terribili. E questo perché? Solo per legittimare il suo bel faccione mentre ritira la sua patacca. </div><br /><div>Si è detto che quello di Mr. President sia stato un Nobel alle intenzioni, alle speranze. Bei concetti che sono stati smentiti con l'invio di altri 30mila soldati in medio oriente. Se non ricordo male, sempre sugli intenti e sulla prevenzione, l'amministrazione Bush varò quel concetto aberrante di guerra preventiva. Non è forse la stessa matrice logica che oggi partorisce il Nobel preventivo? Potremmo aver trovato il nuovo prodotto intellettuale "Made in Usa"di stampo Mentadent: prevenire è meglio che curare. Solo che non voglio essere abbastanza pecora da bermi questa farsa. Dico no a Mr. President e a sua moglie (che è come il prezzemolo è su qualsiasi passerella, in tutte le tv americane. Ma qualcuno l'ha mai votata?), dico no alle balle spacciate per una lezione di politica internazionale. Mi spiace Mr. President, non sono abbastanza pirla da credere che in fondo sia poi così diverso dal suo predecessore. Il mondo le crede io no.</div><br /><div>Pubblicamente ho sempre pensato che la guerra in medio oriente avrebbe tenuto alla larga un conflitto da casa nostra, e così è stato. Per questo però mi diedero del guerrafondaio imperialista. Ma adesso cos'è successo? La guerra è un concetto pop? Non è più una bruttura esclusiva delle destre mondiali? Non è più il peggiore dei mali legati alla delirante natura umana chiamata violenza? Me lo spieghi Mr. President perché la sua comparsata all'Accademia dei Nobel mi ha gettato nella confusione. Molti colleghi sulle pagine dei giornali sembrano aver capito tutto, io un po' meno. Sembra che dai cannoni in Iraq debbano uscire i fiori adesso.</div><br /><div>Un'ultima cosa: se davvero lei fosse stato l'uomo del cambiamento, quel premio di cartone lo avrebbe rifiutato risparmaindoci tutta l'ipocrisia della cerimonia di Oslo.</div>Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5526224210148618867.post-88926178216932482122009-12-03T01:09:00.000-08:002009-12-03T01:31:40.963-08:00A chi giova?<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ1ROExC5x7PrMkReIeGGe7zeWKuJIIJ9Np8FXnjlsk9Z0ct3i_PPS8NghK6yrj480mZXSUEhB0S1Ai8HXc0blO_ERY60OQ0dAEEtjziM879D-93Vuw91rPPSGlS3NxJaRB8vZartuW99C/s1600-h/fini-berlusconi.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5410940221276214338" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 227px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ1ROExC5x7PrMkReIeGGe7zeWKuJIIJ9Np8FXnjlsk9Z0ct3i_PPS8NghK6yrj480mZXSUEhB0S1Ai8HXc0blO_ERY60OQ0dAEEtjziM879D-93Vuw91rPPSGlS3NxJaRB8vZartuW99C/s320/fini-berlusconi.jpg" border="0" /></a><br /><div>Negli anni Settanta, davanti ai cadaveri delle stragi terroristiche, la sinistra extraparlamentare soleva chiedersi accarezzandosi il pizzetto anticonformista: "Ma tutto ciò a chi giova?". In quel clima di confusione politica e sociale, l'interrogativo portò fuori strada i più sulle colonne degli organi di stampa alternativa e di controinformazione: sono i servizi segreti, la Cia, i russi e chi più ne ha ne metta. Cercando di capire cosa stia succedendo oggi nella maggioranza, tra un Fini scontento e un Berlusconi incazzato, credo che porsi la domanda "a chi giova?" possa essere invece una buona chiave di interpretazione. Mentre il premier se ne vola a Panama, in Italia rimane l'eco delle ultime dichiarazioni di Fini che (inutile fingere) è ormai un elemento d'opposizione all'interno del Pdl. Non entriamo nel merito se il Pdl debba essere un feudo berlusconiano o la copia riuscita del Partito Democratico, non è questo che mi interessa per ora. E' sicuramente più importante, nel mezzo di questo fuoco incrociato, riuscire a capire chi sta traendo vantaggio. Lo dico subito a scanso di equivoci: non sono ne Fini, nè Berlusconi.</div><br /><div>Da volpe del deserto parlamentare, chi questa volta sembra aver capito tutto è Casini che, sempre più vicino a Berlusconi, ha intuito che da questa guerra può trarre vantaggio. Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare e anche Bossi è consapevole che, bruciato Fini, l'alleato chiave del Cavaiere sarà sicuramente lui. </div><br /><div>Dunque la sfida si trasla tra chi c'è e vorrebbe pesare sempre di più, Bossi, e chi se ne è andato e adesso vorrebbe tornare, Casini. Staremo a vedere, ma una cosa è certa: Fini da solo non può andare da nessuna parte e il Pdl dovrà rimettersi al tavolo per ridiscutere sul futuro della struttura del partito. Alle spalle della lotta intestina, chi giocherà la partita nell'ombra del futuro degli equilibri e delle alleanze, saranno proprio Bossi e Casini.</div>Francesco Cremonesihttp://www.blogger.com/profile/12720352735956650784noreply@blogger.com0